È normale (e giusto) che le aziende di Stato facciano parte di Confindustria? Diciamo che la domanda è più che lecita. Ne parliamo perché da giorni sta girando la voce che il governo, spesso attaccato dagli Industriali, abbia in mente di far uscire tutte le aziende dall'associazione. Ed è facile comprendere che con l'uscita di scena di colossi come Eni, Enel, Rai e Leonardo il colpo sarebbe durissimo (per non dire mortale) per viale dell'Astronomia.
L'ipotesi, come scrive La Verità, è allo studio del viceministro dell' Economia, Massimo Garavaglia e di Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. I rapporti tra l'esecutivo e Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, sono cattivi. E sono soprattutto le rimostranze di alcuni imprenditori del Nord Est, che preannunciano forme di protesta, a preoccupare Palazzo Chigi. Così Salvini ha lanciato il segnale: "La cosa incredibile è che Confindustria sta in piedi perché la maggioranza delle quote viene pagata da aziende pubbliche". E ancora: "Sarebbe la prima volta nella storia in cui un ente pubblico scende in piazza per protestare contro il governo che dà i soldi a quelle aziende pubbliche. A uno cattivo e io non lo sono potrebbe venir voglia di dire a quelle aziende pubbliche di uscire da Confindustria".
Può sembrare una battuta, o un avvertimento. Di certo è un ipotesi al vaglio del governo. Anche se i "pompieri" sono già al lavoro per smussare gli angoli e riportare la pace. Tra l'altro le ultime parole di Salvini, che si è detto favorevole al rispetto dei parametri di bilancio, sono state apprezzate dagli industriali. I 5 Stelle sono molto più agguerriti e continuano a dire di voler sforare il tetto del 3%, ma la Lega pare intenzionata ad assecondare le raccomandazioni del ministro dell'Economia Tria, impegnato nel difficile compito di rasicurare i mercati.
La sfida a Confindustria sembra una partita a scacchi dal sapore politico che economico, visto e considerato che
Boccia in passato è stato molto vicino a Renzi e oggi a Calenda, con molti industriali che chiedono all'ex ministro dello Sviluppo economico di scendere in campo, impegnandosi in modo ancor più forte nell'agone politico.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.