Confindustria: "È uno stop. Inaccettabile"

La capofila Webuild non ne risente in Borsa

Confindustria: "È uno stop. Inaccettabile"
00:00 00:00

Alla fine Webuild, il gruppo italiano delle infrastrutture guidato da Pietro Salini, non ne ha risentito. Dopo un calo iniziale del 3,5% il titolo ha chiuso a Piazza Affari in rialzo dello 0,8%. La società è il principale azionista con il 45% del consorzio Eurolink cui il Cipess ha assegnato il contratto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Il fatto che le azioni non ne abbiano risentito è dovuto a un motivo duplice. In primo luogo, la grande opera non è inclusa né nei target (ricavi, portafoglio ordini) di Webuild né nelle stime degli analisti. In secondo luogo, il mercato ha ottime aspettative sul gruppo e prevalgono le raccomandazioni "buy" (acquistare) nonostante le cattive notizie provenienti dalla Corte dei Conti. D'altronde, un eventuale rallentamento (o addirittura uno stop) avrebbe un impatto negativo sul periodo 2027-2033 che è l'arco di tempo in cui l'opera sarà in costruzione.

Discorso diverso per quanto riguarda le ricadute occupazionali. "Pur rimanendo cauti, l'impatto che l'opera potrebbe avere è sottolineato dal numero di istanze presentate da tanti giovani sulla piattaforma di selezione di Webuild", ha ricordato ieri il segretario generale della Cisl di Messina, Antonello Alibrandi. "È il chiaro segnale di come il Ponte rappresenti una opportunità di lavoro e sviluppo sociale ed economico", ha aggiunto riferendosi alle 8mila domande pervenute in pochi giorni sul sito del gruppo di costruzioni. "Il Ponte sullo Stretto rappresenta un'opera strategica non solo per l'integrazione infrastrutturale del Paese, ma anche per l'intera filiera dell'acciaio italiano, che in progetti di questa portata trova un'importante occasione di valorizzazione industriale e tecnologica", ha dichiarato in una nota il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi. "Lo stop della Corte dei Conti è inaccettabile. Non possiamo permetterci che decisioni di natura amministrativa rallentino opere fondamentali per la competitività dell'Italia e per il rilancio dell'industria nazionale. È tempo di responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti ", ha aggiunto.

"Sono sorpreso, non ci aspettavamo questo tipo di decisione perché ritenevamo di aver dato alla Corte dei Conti tutte le risposte alle domande. Le tempistiche? Servono 30 giorni per conoscere le motivazioni della Corte, per dare risposte ulteriori e chiedere la nuova registrazione potremmo aggiungerne altri 30. Noi pensavamo di avviare i lavori entro fine anno, come ha detto anche il ministro Salvini, magari partiremo a febbraio", ha detto Pietro Ciucci, amministratore delegato della società Stretto di Messina.

Il rinvio deciso dalla Corte dei Conti ha però riacceso le preoccupazioni delle imprese coinvolte nella filiera delle costruzioni e dei materiali.

L'impatto complessivo dell'opera sul Pil ammonterebbe a oltre 23 miliardi di euro (l'1% circa), con 10mila posti di lavoro diretti nel primo anno di cantiere e fino a 120mila unità lavorative complessive lungo il periodo di costruzione. A regime, i posti stabili sarebbero circa 36.700, a fronte di un investimento stimato di 13,5 miliardi di euro.

GDeF

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica