Politica

"Il consigliere aiuta i clan" La Calabria senza una guida

Ai domiciliari per mafia il presidente del Consiglio regionale Tallini. In piena emergenza senza i vertici

"Il consigliere aiuta i clan" La Calabria senza una guida

La prematura scomparsa di Jole Santelli, il commissario-gate e ora l'arresto del presidente del Consiglio regionale: la Calabria in piena emergenza sanitaria perde la propria guida tecnica e politica.

L'ultima bufera ha i contorni preoccupanti della criminalità organizzata e, ancora una volta, punta al vertice della politica calabrese. E, come non bastasse, investe il campo della sanità. Piove su un allagamento. L'inchiesta firmata dal procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri vede venticinque persone indagate e diciannove arrestate, tra carcere e domiciliari. Il nome che fa più rumore è quello di Domenico Tallini, da cinquant'anni sulla scena politica calabrese, alle spalle la militanza nell'Msi, poi nel Pdl e ora in Forza Italia dopo una parentesi nell'Udeur.

L'accusa che emerge dalle carte dell'inchiesta Farmabusiness è grave: concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. Tallini, quando era assessore regionale al Personale nella giunta Scopelliti, si sarebbe dato da fare per agevolare «consapevolmente» e in modo «concreto» per favorire gli affari della cosca Grande Aracri. «Ndrangheta di serie A», la definisce Gratteri, parlando di un clan in grado non solo di esercitare affari illeciti e difenderli con la violenza, ma anche di gestire operazioni lecite per riciclare i proventi sporchi. Ed è proprio quello che sarebbe successo, secondo l'accusa, grazie all'influenza di Tallini che avrebbe aiutato ad «accelerare l'iter burocratico per il rilascio di necessarie autorizzazioni nella realizzazione del Consorzio FarmaItalia e della società Farmaeko Srl, che prevedeva la distribuzione di medicinali da banco». Le due società avrebbero riciclato denaro sporco e truffato il Servizio sanitario nazionale comprando farmaci a prezzo calmierato per poi rivenderli all'estero a prezzi di mercato. Tallini è concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso perché attraverso Domenico Scozzafava, descritto come mediatore nei rapporti tra la cosca e la politica, sarebbe divenuto «l'uomo della pioggia» dei voti per Tallini.

Il nodo è quanto il presidente del consiglio regionale fosse cosciente di chi c'era dietro l'affare. Ma per il Gip che ha ordinato i domiciliari, la condotta di Tallini «dimostra -recita l'ordinanza- una contiguità 'ndranghestica che sfiora la vera e propria intraneità». Contro di lui le intercettazioni di Scozzafava, «l'antennista calabrese» che si vanta «della prontezza con la quale il politico Tallini si muoveva per soddisfare le più disparate richieste provenienti da Scozzafava».

Per la Calabria un nuovo disastro. Per il governo Conte un colpo di fortuna: dopo le figuracce in serie nelle nomine di tre commissari alla sanità calabrese svanite in dieci giorni, oggi a meritarsi i titoli sarebbe stata la protesta dei 400 sindaci calabresi che si sono recati in massa a Palazzo chigi per protestare. «È una spia del malessere che vive la Calabria -dice il deputato azzurro Roberto Occhiuto- è sia sanitario che economico. E i primi a esserne investiti sono i sindaci». Conte ha promesso, dopo undici anni di supplenza dello Stato nella gestione della sanità con risultati miseri, un commissariamento a tempo.

Il governo, ha assicurato, avrà la «massima attenzione», evidentemente a differenza delle precedenti nomine, e lavora «per dare alla gestione commissariale una prospettiva temporale ben delimitata».

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