Roma - La Procura di Roma e la Consob continuano a indagare sulle operazioni di mercato condotte sui titoli delle banche popolari nei precedenti e successivi la riforma varata dal governo Renzi. Non senza qualche fastidio per le anticipazioni di Nicola Porro sul Giornale che ha evidenziato come, tra gli oggetti delle investigazioni, ci sia la Romed, finanziaria riconducibile all'ingegner Carlo De Benedetti. Uno dei principali timori dell'Authority di Borsa presieduta da Giuseppe Vegas è che le controparti possano in qualche modo avvantaggiarsi delle finora poche informazioni che sono filtrate: la costituzione delle posizioni da parte della Romed per circa 5-6 milioni di euro, la loro vendita con una plusvalenza di 600mila euro. E soprattutto l'eventuale coinvolgimento dell'Ingegnere (ancorché non rivesta nessuna carica nella finanziaria) per il quale ci si intende avvalere di una rogatoria internazionale finalizzata all'ottenimento dei tabulati delle sue utenze in Svizzera.Le difese, infatti, punteranno sul fatto che il tema della trasformazione delle Popolari da società cooperative (nelle assemblee ogni azionista ha diritto a un solo voto indipendentemente dalle quote in possesso; ndr) a società per azioni (dove si vota in base alla partecipazione al capitale) fosse noto da tempo e che i trader più esperti abbiano saputo avvantaggiarsene. Circostanza oggettivamente verificabile visto che la stampa aveva iniziato a parlare della riforma almeno due settimane prima del varo del decreto, emanato dal Consiglio dei ministri il 20 gennaio scorso. Nonostante le indiscrezioni non vi era però certezza sul fatto che la manovra sarebbe andata in porto viste le resistenze delle Popolari a modifiche molto meno rilevanti negli anni precedenti.Ed è su questo punto che Procura di Roma e Consob stanno insistendo. Qualcuno deve avere avuto una chiara indicazione sull'intenzione dell'esecutivo di procedere non solo alla trasformazione in spa, ma anche alla fissazione di un ben preciso lasso di tempo (18 mesi) per le assemblee funzionali alle necessarie modifiche statutarie. Non è un mistero che dei dossier finanziari a Via XX Settembre si sia sempre occupato Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. A lui sono ascrivibili i progetti di istituzione di una bad bank pubblico-privata per l'acquisto dei crediti in sofferenza delle banche italiane. È lui che ha tenuto i contatti con il mondo del credito cooperativo di cui è prossima l'autoriforma. È, soprattutto, lui che ha lavorato alla riforma delle Popolari.
Il premier Renzi, però, avoca sempre a sé le decisioni ultime, condividendole con il suo consigliere economico Yoram Gutgeld, ex McKinsey. In qualche modo, le comunicazioni tra il Tesoro e Palazzo Chigi sono state «intercettate» e il loro contenuto è stato divulgato alle orecchie di investitori interessati che ne hanno approfittato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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