Berlino - Quattro anni da scontare in carcere per il «ragioniere di Auschwitz». Secondo il tribunale di Celle, città 40 chilometri a Nord di Hannover, lo stato di salute Oskar Gröning è compatibile con la vita da recluso. Lo ha stabilito un medico fiscale, incaricato dalla corte di accertare lo stato psico-fisico dell'ex contabile nazista, oggi 96enne. L'utilizzo di «appropriate misure precauzionali» raccomandate dal tribunale dovrebbe quindi aprire le porte del carcere per Gröning che, condannato nel 2013, aveva chiesto la sospensione della pena. Non è accusato di aver partecipato in maniera attiva allo sterminio degli ebrei e delle altre vittime della follia nazista. Cionondimeno la giustizia lo ha reputato responsabile di aver reso possibile con il suo lavoro nel campo di sterminio di Auschwitz l'annientamento di almeno 300mila persone. Gröning, Waffen-SS dal '42 e amministrativo nazista dal '44, ha confessato di avere ordinato e classificato i beni di migliaia di ebrei indirizzati ai campi della morte, e di avere sovrainteso allo smistamento dei bagagli dei prigionieri scaricati al campo di sterminio dai vagoni blindati.
La condanna lo riconosce colpevole di essere stato uno degli ingranaggi che ha reso possibile il funzionamento a pieno regime della macchina della morte messa in piedi dal Terzo Reich. Fatta propria anche dalla Corte di Cassazione federale, la linea giurisprudenziale tende dunque a riconoscere che le responsabilità dello sterminio organizzato ad Auschwitz e negli altri campi non possono essere attribuite solo a un ristretto manipolo di invasati direttamente responsabili dello sterminio. Così era stato, invece, fino agli anni '60, quando molti «pesci piccoli» del regime hitleriano sfuggirono alle maglie della giustizia nascondendosi dietro a ruoli da comparse. Lo stesso Gröning, che ha riconosciuto la sua «colpa morale» rimettendo ai giudici il giudizio legale, era una vecchia conoscenza dei tribunali tedeschi, uscito sempre pulito dai processi nei quali era stato coinvolto una quarantina di anni fa.
Mentre lui si accinge a entrare in carcere, restano ancora sospese le due sentenze a complessivi 16 mesi per negazionismo dell'Olocausto emesse contro l'89enne
Ursula Haverbeck. Negazionista incallita e sostenitrice di una serie di organizzazioni neonaziste regolarmente messe fuori legge dal governo, a oggi la signora Haverbeck è sfuggita al carcere in virtù della sua età avanzata.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.