Contagi su, immunizzati giù. L'inversione di tendenza che comincia a preoccupare

In Piemonte, Friuli, Abruzzo e Campania il livello di rischio si sta alzando. Fa paura la variante Delta plus

Contagi su, immunizzati giù. L'inversione di tendenza che comincia a preoccupare

Nulla di paragonabile con lo scorso anno di questi tempi, ma negli ultimi giorni i numeri del virus hanno registrato un'inversione di tendenza. Le vaccinazioni vivono una fase di stallo, dopo l'impennata di appuntamenti fissati prima che scattasse l'obbligo di green pass sul luogo di lavoro. E di contro i contagi sono in lieve ripresa (3.725 quelli di ieri).

Sono quattro, in base alla fotografia della Protezione civile, le Regioni a rischio epidemiologico moderato (Abruzzo, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte) e un lieve aumento di casi si registra anche in Lazio e Lombardia.

Cosa sta succedendo? Qualche focolaio in giro per l'Italia c'è (anche a Bologna, nel Pistoiese, nel Napoletano) ma la situazione è assolutamente sotto controllo e si tratta più che altro di variazioni legare all'aumento dei tamponi post green pass obbligatorio: 407.715 quelli effettuati ieri. Il tasso di positività sale (ma resta sempre sotto l'uno, dallo 0,8 allo 0,9. «In Italia la risalita dei casi di Covid è, ad ora, probabilmente legata all'alto numero di tamponi antigenici che è stato innescato dal green pass obbligatorio sui luoghi di lavoro. Con le attuali coperture vaccinali dubito che possiamo osservare una vera ondata di contagi» commenta Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla Sanità della Regione Puglia.

In effetti la copertura vaccinale è all'82% se si considerano le persone con doppia dose e all'86% se si contano le persone con una dose sola, in attesa della seconda somministrazione. Percentuali che per mesi abbiamo considerato un miraggio e che oggi garantiscono un'immunità di gregge che ci protegge da nuove ondate. I tamponi sono schizzati alle stelle: oltre al record assoluto di martedì scorso (662mila), si aggirano su una media di 500mila al giorno e ovviamente «sballano» anche la statistica del numero dei casi positivi, aumentati solo in proporzione all'aumento dei test. E quasi mai degenerati in casi gravi. Tanto che ieri i decessi sono stati 24. «La situazione è sotto controllo» assicura Silvio Brusaferro, numero uno dell'Istituto superiore di sanità. Il dato chiave è il tasso di positività rispetto ai tamponi rimasto quasi invariato seppur con un leggero rialzo dallo 0,6 allo 0,8% negli ultimi sette giorni.

Tuttavia, poiché abbiamo imparato che la prudenza non è mai troppa, è bene tenere d'occhio due aspetti: il primo è l'arrivo del freddo e dell'influenza, che abbasseranno le difese immunitarie delle persone ed esponendole a contagi (soprattutto se non vaccinate), il secondo è quanto sta accadendo all'estero. In Inghilterra aumenta il numero dei positivi e la Russia registra un alto numero di decessi. L'indice di trasmissibilità della variante Delta è tra il 40 e il 60% superiore a quello del ceppo dell'anno scorso quando la curva epidemiologica stava andando fuori controllo portando a chiusure e coprifuoco.

Qualche problema in più potrebbe crearlo la variante Delta plus, osservata speciale del momento. In Italia, in base all'ultimo monitoraggio Iss, è presente «un po' in tutte le regioni. Al 19 ottobre erano stati fatti 86 sequenziamenti».

La Delta plus «per il momento non è ancora preoccupante ma è sotto osservazione perché sembra che abbia un'ulteriore capacità di contagio rispetto alla variante Delta che è già disastrosa» ha detto Walter Ricciardi, consigliere del ministero

della Salute. Le ultime 4-5 varianti sono emerse tutte in Inghilterra, perché quando tu non governi fai emergere le varianti. Se gli inglesi non fossero vaccinati non avrebbero 200 morti al giorno ma ne avrebbero duemila».

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