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Conte adesso ha paura Gioca la carta del rinvio su fiducia e prescrizione

Il premier Conte non vuole tensioni nel governo e nella maggioranza a ridosso delle Regionali in Emilia Romagna. Tutti i nodi da sciogliere

Conte adesso ha paura Gioca la carta del rinvio su fiducia e prescrizione

Conte si sente accerchiato. Il governo adesso, dopo la approvazione della manovra, è sempre più in bilico. Archiviata la legge di Bilancio, il gennaio che è appena cominciato potrebbe rappresentare una vera e propria bomba sulla stabilità dell'esecutivo. Troppi gli ostacoli da affrontare dai giallorossi, troppe le trappole da evitare e troppe sono le paure che agitano palazzo Chigi negli ultimi giorni. Sta di fatto che come riporta Dagospia, il premier avrebbe deciso di rinviare la verifica sulla fiducia a dopo il voto in Emilia Romagna. Il tutto per evitare scossoni pericolosi in vista del voto di fuoco delle Regionali e per preservare quel che resta della tenuta dell'esecutivo. E un segno tangibile dei nervi tesi è il rinvio del verice sulla prescrizione che era stato calendarizzato per domattina.

La riforma fortemente voluta dai grillini è in vigore dall'1 gennaio, ma le polemiche all'interno del governo non si spengono. Il rischio dei processi infiniti è ancora sul campo e su questo muro potrebbe andare a sbattare l'esecutivo e il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Ma sempre secondo quanto riportato da Dagospia, c'è un altro appuntamento decisivo che potrebbe saltare: quello del voto sull'autorizzazione a procedere che riguarda Salvini per il caso Gregoretti. Forse il voto sull'ex titolare degli Interni è quello che preoccupa di più il premier. I renziani hanno prima predicato prudenza per poi correggere il tiro e schierarsi con i grillini a favore del processo contro Salvini. Ma in Aula non sono affatto esclusi colpi di scena. Tradimenti e pugnalate potrebbero cambiare rapidamente la situazione. A far slittare le mine piazzate sotto il governo è anche la crisi internazionale dovuta alle tensioni tra Iran e Usa dopo la morte di Soleimani. Di Maio e lo stesso Conte stanno ancora cercando di definire la linea da attuare. Gigino si limita a balbettare un appello al pacifismo mettendo nel mirino Salvini che invece si è schierato con Trump. Il premier resta nell'ombra e di fatto cerca di svuotare il calendario della maggioranza e dello stesso governo da ulteriori tensioni. Ma la partita di gennaio resta comunque aperta. Conte teme di finire nella trappola di una crisi di governo che porterebbe (finalmente) ad elezioni anticipate. E così come un buon democristiano usa l'arma del rinvio. Che però non potrà durare a lungo..

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