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Conte cerca volti nuovi. "Via chi ha comandato"

Il neo leader stufo dei governisti come Fico, Di Maio e Grillo. E iniziano i casting nel M5s

Conte cerca volti nuovi. "Via chi ha comandato"

In un Movimento dove, da sempre, c'è una dialettica aspra tra i big e i peones del Parlamento, dove tutti scalpitano anche solo per un attimo di visibilità, una delle armi più affilate a disposizione di Giuseppe Conte per prendere il controllo effettivo dei Cinque Stelle è il corteggiamento dei parlamentari che fino a questo momento sono rimasti nell'ombra. Allora eccolo il messaggio contiano, già arrivato a destinazione nel ventre dei gruppi di Montecitorio e Palazzo Madama. «È il vostro momento, nel nuovo corso adesso tocca a voi, basta con quelli che hanno sempre comandato», è il canto della sirena che rimbomba tra le seconde file del grillismo. Inutile dire che i «vecchi», i padroni del vapore della vecchia fase sono, in primis, Beppe Grillo, Luigi Di Maio, Roberto Fico. Gli uomini che l'ex avvocato del popolo italiano vorrebbe ridimensionare il più possibile. E se qualcuno dovrà essere retrocesso, allora tanti grillini di serie B si aspettano la promozione. Conte vuole accontentarli e perciò è pronto a far partire i casting, alla ricerca dei volti nuovi del M5s.

Rocco Casalino, braccio destro ed ex portavoce del leader, è un vero esperto del settore. Non per la sua lontana partecipazione al Grande Fratello (anche se le malelingue parlano di casting gieffini) ma perché ha letteralmente inventato alcuni tra i personaggi grillini. Lui, nella scorsa legislatura, ha cominciato a imporre ai parlamentari codici di abbigliamento, prestando attenzione al trucco e al parrucco. Il ricambio partirà da settembre, quando entrerà nel vivo il M5s 2.0 di Conte. Ma i più attenti hanno già cominciato a cogliere i primi segnali del cambiamento.

È considerata in rampa di lancio la deputata Giulia Sarti, tornata al centro dell'attenzione con la riforma della giustizia. Sarti, suo malgrado, aveva avuto il massimo della visibilità con il caso dei bonifici truccati, che aveva travolto il M5s nel 2018. Poi l'oblio e adesso la prima fila da relatrice di maggioranza della legge Cartabia. La parlamentare romagnola, componente della Commissione giustizia alla Camera, è una delle esponenti della corrente più giustizialista del Movimento. E non è escluso che possa avere altri quarti d'ora di celebrità. Sullo stesso fronte Alfonso Bonafede. Sì un big, ma che ha sempre vissuto di luce riflessa, considerato un fedelissimo di Di Maio fino all'avvicinamento all'ex premier. Non è sfuggito ai più nemmeno un passaggio dell'intervista di Conte al Fatto Quotidiano di sabato. A un certo punto il presidente dice: «Ci sarà spazio per tantissimi». Poi fa menzione del «deputato Raffaele Bruno, un regista che da anni si dedica a progetti teatrali per la rieducazione dei detenuti». La citazione del semisconosciuto Bruno viene interpretata come un messaggio lanciato a tutti peones. Addirittura potrebbe entrare nella segreteria politica Michele Gubitosa, deputato irpino, imprenditore ed ex presidente dell'Avellino Calcio, espressione di quella società civile a cui Conte dice di voler aprire. Mentre l'avvocato civilista amico di Guido Alpa Luca Di Donna potrebbe avere un ruolo nella scuola politica del M5s e l'ambasciatore Piero Benassi si gioca una candidatura alle prossime elezioni politiche.

Infine il nodo del terzo mandato: una deroga concessa solo a pochi meritevoli di sicuro agevolerebbe il repulisti contiano, salvando solo qualche big.

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