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"Fiero dei nostri risultati". E Conte ora si smentisce pure sull'immigrazione

Il presidente del Consiglio si dice soddisfatto per il raggiungimento degli obiettivi della sua maggioranza. Dimenticandosi però delle nuove imposte in arrivo

"Fiero dei nostri risultati". E Conte ora si smentisce pure sull'immigrazione

"Sono orgoglioso di aver raggiunto, insieme a tutti i ministri, insieme a tutte le forze politiche che sostengono questo governo, gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Addirittura siamo andati oltre, perché non ci siamo limitati a disinnescare l'incremento dell'Iva, ma abbiamo già iniziato a realizzare alcuni degli impegni per i quali abbiamo chiesto la fiducia". Giuseppe Conte gonfia il petto durante la conferenza stampa di fine anno a Villa Madama e addirittura rivendica i risultati che la maggioranza giallorossa avrebbe ottenuto in questi mesi, sconfessando peraltro quanto fatto dal Conte Uno in materia di immigrazione.

"Siamo stati costretti in questi primi giorni a correre i cento metri, addirittura è stato uno sprint a ostacoli. Dovevamo mettere il Paese in sicurezza, occorreva una manovra economica seria, responsabile, non dimentichiamo mai che avevamo il compito improbo di reperire ben 23 miliardi per quanto riguarda l'Iva da disinnescare", ha proseguito il presidente del Consiglio, soddisfatto dunque della Manovra di bilancio varata ufficialmente la vigilia di Natale dal voto della Camera dei deputati. Una Finanziaria 2020 nella quale sono annidati, ben nascosti, salassi fiscali.

Il premier, dunque, ha aggiunto: "Ora abbiamo davanti a noi una maratona di tre anni: non significa che andremo a passo lento ma spediti, con la possibilità di programmare meglio le iniziative di governo per cercare di realizzare le misure che il Paese attende da anni. Dobbiamo lavorare per assicurare un futuro di crescita e maggior respiro a famiglie e lavoratori. Abbiamo 23 punti ambiziosi, alcuni li abbiamo già realizzati e gennaio sarà l'occasione per fermarsi a riflettere, a confrontarsi con le varie forze politiche per rilanciare l'azione di governo".

Insomma, è fissato a gennaio il summit delle forze di governo - Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguli - per stilare l'agenda delle priorità dell'esecutivo. In primis, la riforma della burocrazia che - parole del sedicente avvocato del popolo - "scontenterà molti": "Non sarà una riforma facile, per questo serve un orizzonte temporale ampio. E un pilastro della riforma sarà la digitalizzazione: se riusciremo a innovare sul piano tecnologico la Pubblica Amministrazione le imprese non avvertiranno lo stato come una costrizione, semplificheremo la vita dei cittadini e offriremo un volano per la crescita economica".

Dalla burocrazia e Pa alla riforma della Giustizia: "Velocizzare i processi una priorità all'interno del progetto riformatore. Dobbiamo riformare i processi. Abbiamo già varato un disegno di legge delega per l'abbreviazione dei tempi della giustizia civile, stiamo lavorando a quella penale, ma dobbiamo mettere mano a quella tributaria. Il mio obiettivo è ridurre un grado di giudizio, sarebbero sufficienti due gradi".

In occasione del discorso di fine anno, infine, il premier ha annunciato la divisione del Miur in due dicasteri - uno per la Scuola, l'altro per l'Università - assegnati rispettivamente a Lucia Azzolina e a Gaetano Manfredi.

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