La "manina" che ha modificato il decreto fiscale c'è stata oppure no? E chi ha ragione? Matteo Salvini o Luigi Di Maio? Districarsi nelle varie versioni non è facile e ora una nota di palazzo Chigi fornisce un'ulteriore racconto di quei momenti: "A ulteriore precisazione si chiarisce che la c.d. dichiarazione integrativa (condono: art.9) è stata oggetto di una discussione politica che si è protratta a lungo sino all'inizio dei lavori del Consiglio dei Ministri. Su di essa si è formato un accordo politico e sulla base di esso, riassunto dal Presidente Conte a beneficio dei presenti, si è entrati in Consiglio dei Ministri". Lo staff del presidente del Consiglio Giuseppe Conte precisa poi: "La bozza del decreto fiscale che gli uffici hanno fatto trovare durante il Consiglio dei Ministri - spiega il comunicato - non conteneva la dichiarazione integrativa di cui all'art. 9: questa norma risultava in bianco proprio perché l'accordo politico è stato raggiunto poco prima e gli uffici non hanno fatto in tempo a tradurlo sul piano della formulazione tecnico-giuridica". Una versione, questa, simile a quella fornita da Di Maio.
La ricostruzione fornita da palazzo Chigi fornisce poi ulteriori dettagli: "A Consiglio avviato - si legge ancora - è stato portato al Presidente Conte un foglio contenente una prima traduzione tecnica dell'accordo politico: in pratica l'art. 9 sulla dichiarazione integrativa. Il foglio non è stato distribuito a tutti i Ministri presenti e il Presidente si è limitato a riassumere a beneficio di tutti i termini dell'accordo raggiunto sul punto, riservando a un momento successivo la verifica tecnica come è normale che sia per tutte le disposizioni giuridiche". "Non c'è stata quindi si legge nel comunicato - la verbalizzazione specifica del contenuto dell'art.9, il cui testo, appena arrivato, andava comunque verificato successivamente nella sua formulazione corretta dagli Uffici della Presidenza".
E, proprio negli stessi istanti in cui veniva pubblicato il comunicato di palazzo Chigi, il vicepremier Di Maio diceva in una diretta Facebook: "In cdm lunedì è stato letto il comma 9 dell'articolo 9 che parla di condono penale per gli evasori? È stato detto che c'erano delle norme che favorivano l'evasione di fondi per operazioni finanziarie all'estero? La risposta è no. Perchè quando si dice che Conte leggeva e Di Maio scriveva si dice una cosa non vera". E qui si registra la prima frecciatina a Salvini, che proprio oggi aveva fornito questa ricostruzione. Di Maio ha poi proseguito dicendo: "Nel cdm, come è sempre stato decine di migliaia di volte, non si legge norma per norma ma si enunciano i principi generali. Conte in quel Cdm ha enunciato i termini generali dell'accordo sulla pace fiscale. Non si è mai parlato di condono penale e non si è mai parlato di fondi esteri.
Due sono le cose: o anche Salvini era d'accordo col condono penale per i grandi evasori, l'ha sentito e non ha detto niente - ma questo non è vero, ci sono ministri Cinquestelle e il premier Conte a testimoniarlo - o è come dico io e quindi si sono detti i termini generali". Manine o no, certo è che l'alleanza di governo sta ora vivendo il suo periodo più difficile...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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