Ultim'ora
Sci: Sofia Goggia trionfa nel supergigante di Beaver Creek
Ultim'ora
Sci: Sofia Goggia trionfa nel supergigante di Beaver Creek

Conte vuole restare in sella: "Leadership non è in discussione"

Giuseppi si tiene stretto il posto di presidente del Movimento e non molla. Anche Crimi dalla sua parte

Conte vuole restare in sella: "Leadership non è in discussione"

Il duro colpo ricevuto dopo la sentenza del tribunale di Napoli, tramite la quale in sostanza viene invalidato l'esito delle votazioni con cui era stato scelto quale presidente del Movimento CinqueStelle, sembra non aver sortito alcun effetto su Giuseppe Conte, quantomeno a parole.

Intervistato da alcuni giornalisti che gli chiedevano di commentare tale ordinanza, infatti, l'ex premier si è detto certo della bontà dell'esito di dette votazioni. Non sembra palesarsi all'orizzonte, pertanto, alcuna intenzione di abbandonare la poltrona recentemente conquistata. "La mia leadership nel M5S si basa sulla profonda condivisione di principi e valori", ribatte con convinzione Giuseppi ai cronisti. "È il legame politico, prima che giuridico, quindi non dipende dalle carte bollate", aggiunge ancora."E lo dico consapevole di essere anche un avvocato", conclude.

Le parole "profetiche" di Grillo, che aveva preannunciato grane giudiziarie all'allora leader in pectore del Movimento CinqueStelle Vito Crimi, stanno facendo in queste ore il giro del web, dopo essere rispuntate nelle chat interne dei grillini. I fedelissimi di Giuseppi, tuttavia, si dicono certi di poter superare rapidamente il problema, e tendono a sminuire la portata dell'ordinanza.

Il commento di Crimi

Tra i primi ad intervenire in favore dell'avvocato del popolo è proprio Vito Crimi. "Il leader è Giuseppe Conte, la nostra comunità ha parlato chiaro", dichiara lo stesso ad AffarItaliani. "Sono, come sempre, al servizio del M5S e a disposizione per i necessari adempimenti burocratici di questi giorni, che sulla base dell'ordinanza del Tribunale di Napoli, ci porterà a votare nuovamente lo Statuto". Crimi cerca di ridimensionare in ogni modo l'esito della sentenza. "Leggo tante inesattezze in giro: l'unica eccezione che il giudice ha accolto è quella relativa alla votazione degli iscritti da meno di 6 mesi", precisa ancora. "Ma qualcuno pensa davvero che sarebbe cambiato il risultato se avessero votato anche i nuovi iscritti?. Tanto rumore per nulla", sentenzia l'ex leader in pectore dei grilini. "Non saranno certo le carte bollate a fermare una voglia di rinnovamento del Movimento 5 Stelle", conclude.

"Non credo che dei cavilli e delle forzature giuridiche possano fermare ciò che davvero conta: il desiderio di avere Giuseppe Conte come presidente del M5s!", gli fa eco il senatore grillino Gianluca Ferrara. "Se ne facessero una ragione certi giornalisti e politici che, da sciacalli, già stanno sbavando e digrignando i denti. Sono convinto che si troverà il modo per certificare la volontà dei nostri iscritti e di tantissimi italiani che apprezzano le capacità e l'onestà intellettuale del nostro Giuseppe".

L'affondo di Borrè

"Crimi non ha più potere, chi afferma il contrario non conosce bene lo statuto, né probabilmente il codice civile", replica piccato Lorenzo Borrè all'AdnKronos. L'avvocato, il quale ha tutelato gli interessi dei dissidenti che si erano opposti alle modifiche repentine dello statuto, finalizzate proprio all'incoronazione di Giuseppi, ritiene che l'unica strada percorribile sia quella di restituire la voce al "popolo pentastellato". "Il Movimento è decapitato, senza nessun uomo al comando. L'unica cosa che possono fare ora la può fare Beppe Grillo", spiega infatti Borrè. "Indire le votazioni del comitato direttivo del M5S, come fece lo scorso 29 giugno. E ripartire da lì. Solo dopo aver votato il nuovo comitato direttivo, si possono eleggere i nuovi membri del comitato di garanzia, i probiviri, ecc..", aggiunge in conclusione. Insomma, non c'è spazio per nuove manovre, dato che "qualsiasi altra decisione può essere facilmente impugnata".

Conte: "Risponderemo con un bagno di democrazia"

Intervenuto stasera a Otto e mezzo, trasmissione in onda su La7, Giuseppe Conte è apparso sicuro della propria posizione. La sospensione del tribunale? Per lui sarà possibile superarla. "C'è un piano politico-sostanziale e uno giuridico-formale, che segna questa sospensione. Sospensione a cui si risponde con un bagno di democrazia". L'avvocato del popolo ha spiegato nel salotto di Lilli Gruber che nel Movimento Cinque Stelle sono già in programma delle modifiche allo statuto,modifiche alle quali sarà aggiunta una ratifica da parte di tutti gli iscritti, senza attendere i tempi del processo. "Curioso che si era sempre votato così, con il vecchio statuto, e ora viene impedita questa cosa", ha però commentato l'ex premier.

Quanto alla battaglia intestina con Luigi Di Maio, Conte non ha risparmiato colpi. "Prima andava in piazza per sostenere le nostre battaglie, oggi per esibire una corrente e attaccare la leadership. L'ho sentito per telefono e mi ha detto che é desideroso di esprimere idee e progetti", ha affermato. Per Conte una eventuale espulsione dell'attuale ministro degli Esteri non sarebbe contemplata, tuttavia, Di Maio ha delle responsabilità in maggiori rispetto agli altri."Una leadership vera non ha mai paura del confronto ma di fronte ad un attacco così plastico, in televisione, non si può fare finta di nulla", ha concluso Giuseppi.

Da qui il rimando anche al limite dei mandati. Conte comprende i malumori all'interno del Movimento, ma ribadisce che si tratta di un principio forte, una "intuizione giusta".

"La politica non è una professione ma una vocazione", ha sentenziato l'ex presidente del Consiglio. " Una deroga a Di Maio? Adesso non personalizziamo, a tempo debito faremo le valutazioni del caso".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica