Una videoconferenza tra il premier, Giuseppe Conte, e le Regioni sull’emergenza Covid-19. Un modo per fare chiarezza dopo le polemiche dei giorni scorsi che hanno investito soprattutto la Lombardia. Territorio in cui il coronavirus ha colpito duro. Presenti alla riunione anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, e i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza.
"In questo difficile momento per la Nazione dobbiamo continuare a lavorare con la massima correttezza e collaborazione istituzionale", ha detto il presidente del Consiglio rivolgendosi ai presidenti di regione collegati. "Sono perfettamente consapevole delle quotidiane pressioni a cui siete sottoposti nel compiere le scelte di gestione e organizzazione sanitaria regionale che rientrano nell’ambito della vostra competenza. Sapete che in me troverete sempre, come lo è stato fino ad oggi, un punto di riferimento importante". Il governo - ha aggiunto il premier - sta facendo tanto per le regioni. E non vi lascia soli.
"Ognuno di noi, ministri, governatori, a tutti i livelli istituzionali, sta dando il massimo con un obiettivo comune che è quello di salvare più vite possibili e mettere in sicurezza il nostro Paese. Questo ci unisce e dovrà continuare a unirci. Questo deve contare più di ogni incomprensione, ora e in futuro. Per questo mi aspetto - ha concluso Conte rivolgendosi ai governatori - che la stessa correttezza istituzionale sia mantenuta nelle comunicazioni pubbliche, sui media, senza alimentare, anche inconsapevolmente, notizie pretestuose o scontri che non ci sono e non devono esserci".
Già perché salvare vite, tutelare la salute di ogni individuo, viene prima della lotta politica. Viene prima delle incomprensioni e delle giravolte di palazzo. L’invito è chiaro: non alimentare scontri. Continuare a collaborare con correttezza. Intano, secondo indiscrezioni, sarebbe in dirittura d’arrivo un nuovo decreto per affrontare la pandemia.
Fisco, imprese e famiglia. Sono questi i tre punti sui quali si concentrerà il decreto di aprile che, stando alle promesse del premier Conte, sarà varato entro Pasqua. In realtà il Consiglio dei ministri avrebbe già dovuto svolgersi. È stato rinviato perché il costo degli interventi è considerato fin troppo alto per un Paese già molto indebitato come l’Italia. Il rischio è quello di dare ai mercati la sensazione di una insostenibilità futura del debito italiano pur in presenza del robusto paracadute da parte della Bce.
Uno dei punti più controversi riguarda le garanzie dello Stato alle banche per coprirle da future insolvenze. In una intervista al Tg1 il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha parlato di 200 miliardi di prestiti garantiti che coprirebbero fino al 25% del fatturato di tutte le imprese con il 90% di garanzia dello Stato. Due le condizioni: il divieto di dividendi per il periodo delle garanzie e l’obbligo di operazioni legate al territorio italiano. "Un impegno significativo, ha ribadito Gualtieri, tra i più forti in Europa". Un intervento deciso dello Stato nell’economia. Un’economia che è in guerra contro un nemico invisibile.
Dopo tre ore di riunione, emerge che il clima è stato "positivo e costruttivo".
Come riporta l'Adnkrons, citando fonti del governo presenti all'incontro, le regioni che lo ritengono opportuno possono prorogare autonomamente le ordinanze per contenere il Covid-19, salvo per le attività produttive: su queste spetta al governo l'ultima parola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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