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M5s, una emorragia infinita: se ne vanno altri due deputati

I due deputati grillini sono passati al gruppo misto per protesta contro l'operato dei vertici del Movimento sul tema delle rendicontazioni. Aprile denuncia: "Deriva autoritaria"

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Il partito di Luigi Di Maio continua a perdere pezzi. A lasciare il Movimento 5 Stelle per aderire al gruppo misto stavolta sono i deputati Michele Nitti e Nadia Aprile, che parlano di "deriva autoritaria" del gotha pentastellato.

"Non posso nascondere che i fatti che mi hanno visto protagonista nell'ultimo periodo mi hanno seriamente scossa", ha spiegato Aprile, professione commercialista, eletta alla Camera nel collegio uninominale della Puglia. "La situazione in cui mi sono trovata è dipesa esclusivamente da un'inesorabile deriva autoritativa del Movimento e dalla mancata considerazione in cui sono stata tenuta come parlamentare e, cosa per me ancor più grave, come persona”, si legge in una nota.

Al centro della polemica c’è il tema delle rendicontazioni e dei provvedimenti che il collegio dei probiviri potrebbe emettere domani contro i parlamentari considerati morosi. Le sanzioni previste vanno dalla sospensione all’espulsione, nei casi più gravi. E allora c’è chi ha deciso di portarsi avanti e abbandonare la nave prima della sentenza.

"Mi ha offeso l'ingiustificato attacco mediatico a cui sono stata sottoposta, venendo dipinta, da quasi tutti gli organi di stampa nazionale, come morosa e inadempiente agli obblighi assunti per vili fini personali di natura economica, senza ricevere alcuna tutela da parte del Movimento, benchè, circostanza ben nota ai vertici, io abbia solo cercato, sin dallo scorso mese di aprile, di avere chiarimenti sull'autoritaria costituzione del 'Comitato per le rendicontazioni/rimborsi del Movimento 5 Stelle’ e sull'imposizione di destinare le restituzioni al predetto organo privato, costituito, ad hoc, dopo l'inizio della legislatura", denuncia Aprile.

"Mi ha ancor di più offeso l'aver ricevuto di tutta risposta, dopo circa nove mesi di silenzio, la comunicazione, inviatami dai probiviri il 13 gennaio u.s., dell'apertura di un procedimento disciplinare a mio carico", si sfoga in una nota diffusa alla stampa. E le voci che corrono in Transatlantico parlano di nuovi addii. A finire sotto la scure dei probiviri potrebbero essere i deputati Acunzo, Frate, Galizia, Nesci e Vallascas, e i senatori Anastasi e Ciampolillo, tra coloro che non hanno restituito nulla nel 2019.

Ma il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, smentisce: "La maggioranza è solida sia alla Camera che al Senato, non vedo preoccupazioni". "La nostra stretta sul termine delle rendicontazioni ha prodotto qualche movimento di persone verso il misto", è stato il commento al passo indietro dei due deputati.

"Dopo aver riflettuto a fondo, ritenendo illegittimo ed infondato il procedimento aperto a mio carico, ma certa di aver contribuito, con la mia presa di posizione, a rendere pubblici comportamenti di dubbia legittimità, sono giunta alla determinazione di non poter più continuare a militare nel Movimento di cui, sebbene condivida ancora i principi ispiratori, non mi è più possibile tollerare i metodi", fa sapere la deputata grillina.

Assieme al collega Nitti, ex direttore d'orchestra, anche lui eletto in Puglia, ha già comunicato formalmente la decisione di lasciare il gruppo al presidente della Camera Roberto Fico.

I due, rendono noto fonti del Movimento 5 Stelle, sarebbero stati sottoposti a "provvedimento disciplinare" da parte dei probiviri.

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