
Ormai è chiara l'intenzione di Hamas di restare padrona di Gaza: questo può gettare di nuovo la situazione nel caos e nella guerra. Fa giochi complicati, sui corpi dei rapiti uccisi e sulle spaccature nella coalizione di Trump mentre massacra i concittadini nemici, a Gaza, per farsi spazio. Si dice che la sua intenzione, oggi, sia quella di cooptare nella pretesa ricerca degli ostaggi morti con macchinari costosi i suoi vecchi amici turchi e qatarini, parte della coalizione per la pace, così da contare sul loro aiuto mettendo Israele in imbarazzo con Trump, patron della coalizione. Un gioco sofisticato: Hamas è solo parte dell'elaboratissimo piano per distruggere Israele che parte in Iran. Ciò che non è riuscito il 7 ottobre del '23, può essere ritentato. Dopo il 9 di ottobre in cui è stata costretta ad accettare l'accordo di pace, Hamas ha scelto un avvio pulito: 20 ostaggi vivi sono stati restituiti. Adesso Hamas usa i corpi di 18 ostaggi uccisi ancora nelle sue mani, puntando sul dilemma di Israele: da una parte Netanyahu promette che costringerà il nemico a restituire tutti, come convenuto, per poi passare alla fase due; dall'altra, l'arrivo di Vance nelle prossime ore è critico per decidere il daffarsi.
Il Medioriente è su una linea di incertezza: lo aspetta il passaggio decisivo in cui Hamas lascia e quindi gli attori guidati da Trump, ovvero gli otto Paesi musulmani e il resto dei partecipanti al piano Usa, possano lanciarsi nella ricostruzione. Questo non si può fare se non si completa la seconda fase del piano, quella dell'estromissione di Hamas dopo la consegna delle armi. Hamas sta cercando di restare in carica, ha fatto reindossare le divise ai suoi, dice che non sa dove sono i copri richiesti: ma, in gran parte, secondo le informazioni in mano di Israele, non è vero. Hamas sa dove sono sepolti la maggior parte dei corpi, ma li tiene per giuocare la partita del tempo, quella in cui rimette in fila i suoi uomini, e le sue armi. E li usa per massacrare le "chamule", i clan di Gaza non ne possono più della follia jihadista suicida e omicida di Hamas, uccidendoli e torturandoli per strada a centinaia. Mostra la faccia già nota della ferocia con cui buttò giù dai tetti gli uomini di Fatah nel 2006. Un membro del Politburo di Hamas, Mohammed Nazzal, ha detto ieri: "Al massimo possiamo fare una tregua di cinque anni, ma solo se consegniamo il potere ai palestinesi". Difficile immaginare che non siano palestinesi terrorizzati o convinti jihadisti. Israele ha già rilasciato i detenuti che doveva, 1700, e 250 fra i peggiori assassini ergastolani: dunque è l'ora della seconda parte dell'accordo. È chiaro: nessuno si impegnerà nel recupero di Gaza se Hamas ne resta il dominatore.
Chi, ragionevolmente, vuole investire su Hamas? L'unica possibilità per restituire una vita alla Striscia è liberarla da Hamas: come al tempo della guerra del Golfo (nel 90-91 una coalizione autorizzata dall'Onu raccolse 42 stati) come più avanti la guerra contro l'Isis ha raccolto 89 stati di ogni colore, religione, continente, è l'ora che Gaza venga liberata da Hamas dalle forze che, oltre gli accordi di Abramo in via di allargamento, ha detto Trump, sono interessate a farlo. È urgente, o può saltare tutto.