Controlli in strada con 70mila agenti e stretta sui confini "Natale di sacrifici"

Il ministro Lamorgese: "Evitiamo la terza ondata". Circolare del Viminale: verifiche su frontiere, aeroporti e stazioni. Nelle città vigilantes per lo shopping. Zaia: "Rischio fiumi di persone in giro"

Controlli in strada con 70mila agenti e stretta sui confini "Natale di sacrifici"

Una cosa è fare i controlli durante il lockdown, un'altra con i negozi aperti e la gente in strada per gli acquisti natalizi. L'ultimo Dpcm non mette paletti alla corsa ai regali per dare un po' di fiato al commercio, ma mentre regolamenta spostamenti, messe e cenoni, lascia aperta la questione degli assembramenti nelle vie dello shopping. Nei giorni scorsi ci sono stati degli assaggi di quello che potrebbe accadere in prossimità del 24 dicembre, con la corsa all'ultimo pacchetto. Rischiosi affollamenti si sono già visti con la riapertura dei negozi nelle grandi città uscite dalla zona rossa o all'inaugurazione di un nuovo centro commerciale nella capitale il giorno del Black Friday.

Altissimo il pericolo di vanificare gli sforzi fatti con assembramenti fuori controllo davanti alle vetrine. Per evitarlo il Viminale sta predisponendo verifiche molto rigide. In campo verranno messi 70mila uomini, tra polizia, carabinieri e guardia di finanza, che dal 21 dicembre, quando scatterà il divieto di spostamento tra regioni, dovranno vigilare sui trasporti, presidiando strade, autostrade, porti e stazioni. Ma che, insieme ai militari dell'operazione Strade Sicure dell'Esercito, avranno anche il compito di controllare le zone degli acquisti. «Ma non ci potrà essere una militarizzazione delle città, che andrebbe in controtendenza con l'apertura delle attività e lo shopping consentito», assicura il ministro dell'Interno, Luciano Lamorgese su Sky Tg24. Controlli sì, dunque, ma senza dare la sensazione di essere in uno stato di polizia, lasciando che siano i singoli a rispettare regole che ormai fanno parte del nostro vivere quotidiano e i commercianti a fare il possibile per tutelare la salute pubblica. «Ci vuole grande senso di equilibrio da parte nostra - continua il ministro - ma grande senso di responsabilità da parte dei cittadini. Abbiamo tenuto aperti i negozi per dare segnale, per salvaguardare l'economia. I titolari dei negozi devono però adottare tutte le precauzioni necessarie. Assembramenti non devono esserci». Quindi ingressi contingentati, code ben distanziate, gel per le mani e le immancabili mascherine su naso e bocca. Prima dei controlli, insomma, Lamorgese si appella al senso di civico dei cittadini. «Sarà un Natale di sacrifici», dice.

Già ieri, nel primo sabato pre-natalizio di dicembre, le principali città hanno organizzato maxi controlli anti-assembramento. Si sono visti a Roma, Milano e Torino. Nel capoluogo piemontese, dopo le polemiche per gli affollamenti dello scorso week end, hanno debuttato i vigilantes privati, come quelli assunti alla Rinascente. Preoccupato per lo shopping natalizio, anche in vista del ponte dell'Immacolata, è il governatore Luca Zaia. Il presidente del Veneto non vorrebbe intervenire con ordinanze più restrittive, ma non esclude di farlo se i comportamenti dei cittadini lo renderanno necessario. «Vediamo in questi giorni cosa accade, certo è che se dovessimo ancora fare ordinanze per evitare gli assembramenti vuol dire che ci sono ancora persone che non hanno capito. Io lo trovo un fallimento, dover dire alle persone non fare quella cosa perché ti fa male. Saranno giorni complessi, rischiamo di vedere fiumi di persone nelle vie dello shopping e non solo».

Per quanto riguarda i controlli, che saranno messi a punto nei prossimi giorni dal Comitato per l'ordine e la sicurezza, monitoraggi ulteriori e più intensi saranno fatti in particolare alle frontiere e negli aeroporti.

In una circolare inviata ai prefetti, il Viminale raccomanda servizi mirati per evitare gli affollamenti e per gli spostamenti verifiche sulle principali arterie di traffico e sui vari nodi delle reti di trasporto. «Dobbiamo stare attenti - ammonisce il ministro dell'Interno - perché abbiamo avuto l'esperienza dell'estate che non è stata positiva, e dobbiamo evitare assolutamente una terza ondata».

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