Coronavirus

Coronavirus, Capuozzo a Sileri: "Dovevamo prepararci"

Il giornalista al viceministro alla Salute: "In Gran Bretagna hanno deciso cosa fare se la situazione peggiora. Si sono preparati". Sileri: "Facciamo un confronto a maggio"

Coronavirus, Capuozzo a Sileri: "Dovevamo prepararci"

Toni Capuozzo interviene, ancora una volta, sul tema del coronavirus. Questa volta lo fa nel corso del programma di Massimo Giletti, Non è l'arena, in onda su La7. Dall'altra parte, a confrontarsi con il giornalista, il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri.

Capuozzo ha sottolineato il ritardo del governo nell'attuare misure per contrastare l'emergenza. E ha spiegato: "In Gran Bretagna c'è stata una riunione in cui hanno deciso cosa fare se la situazione diventa come in Italia, o peggiore". Per esempio, "hanno deciso sospensione lavori parlamentari" e hanno disposto la possibilità di "richiamare i medici in pensione ad aiutare" gli operatori che non riuscissero a gestire l'emergenza, a causa degli eventualmente numerosi casi di contagio. In Gran Bretagna, sottolinea il giornalista, "si sono preparati prima".

Per rispondere al giornalista interviene Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute, che cerca di difendere l'operato del governo: "La prima ordinanza è stata fatta il 21 gennaio- spiega- il virus è stato comunicato l'8 gennaio. Da allora è un susseguirsi di ordinanze, task force e piani, modulati giorno dopo giorno". E afferma: "La lotta oggi è salvare vite, limitare danni". Infine, il viceministro lancia una proposta a Capuozzo: "Vediamoci per un confronto a maggio, quando avremo contato i guariti che saranno più di quelli che purtroppo moriranno".

Non è la prima volta che il giornalista interviene per parlare dell'emergenza legata al Covid-19. L'ultima volta, poche ore fa, quando ha demolito la gestione dell'epidemia da parte del governo, definito "tragicomico", mentre il premier Giuseppe Conte sarebbe simile a un "domatore di pucli". Secondo il giornalista, questo governo si sarebbe rivelato inadatto a gestire la situazione: uno degli errori sarebbe stato quello di pensare che il problema fosse il razzismo contro i cinesi. "Fino a ieri l’altro se non ti facevi fotografare a Milano in giro per Chinatown con un involtino primavera, passavi per criminale- spiega alla Verità- È stata un’incredibile sottovalutazione del problema.

E pensare che avevamo tutto il tempo per organizzarci, anziché insistere sul fantasma razzista".

Commenti