Italiani a casa per l'emergenza coronavirus, molti dei quali con difficoltà economiche e senza cibo, costretti laddove positivi a stare al proprio domicilio e immigrati in hotel a tre stelle, serviti e riveriti. Succede a Roma, dove 30 cittadini «originari del Corno d'Africa (Etiopia, Eritrea, Somalia e Sudan) occupanti l'ex Palazzo Selam, di via Arrigo Cavaglieri e già isolati con l'assistenza sanitaria attivata dal Comune di Roma», sono stati trasferiti all'Urban Garden Hotel di via Rebibbia, poiché «risultati positivi al Covid-19». Lo si dice in una circolare della questura capitolina, con cui si predispone il servizio di «vigilanza e sicurezza all'esterno della struttura e nelle adiacenze» con pattuglie della Polizia di Stato e, dalle 19, il controllo con due militari dell'Esercito italiano. Il governo, insomma, tratta gli extracomunitari coi guanti bianchi, mentre i cittadini sono costretti a sacrifici enormi.
Ma il vero problema è che c'è quella che potrebbero essere una bomba a orologeria pronta a esplodere. I 30 positivi al Covid-19 provengono infatti da una struttura occupata abusivamente da 800 extracomunitari, che potrebbero anche essere tutti positivi al virus, molti dei quali non solo rifiutano il tampone, ma anche il cibo donato dalla Protezione civile e che potrebbe essere destinato agli italiani.
Un luogo che è terra di nessuno, in cui vige la legge del più forte, in una Capitale con troppi problemi e in un momento in cui l'emergenza sanitaria nazionale imporrebbe verifiche mirate volte al contenimento del virus.
Nei giorni scorsi l'elemosiniere del Vaticano ha provato a consegnare dei viveri, ma i «capo bastone» dell'edificio dell'ex palazzo Selam lo hanno gettato. Gente che rifiuta il riconoscimento facciale e in mezzo alla quale potrebbero addirittura nascondersi ex miliziani dell'Isis o ricercati internazionali, secondo fonti vicine alla Polizia. Un luogo senza controllo, in cui non si riesce a entrare e dove la diffusione del coronavirus può avvenire in tempi rapidi a causa del contatto ravvicinato tra persone e della scarsa igiene, tanto che è stato predisposto l'invio di Esercito, Polizia e Guardia di Finanza per il pattugliamento esterno. Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, da tempo conosceva la situazione, ma non è mai andata sul posto.
Quello degli extracomunitari sta iniziando diventare un grosso problema nella Capitale, dove già nei giorni scorsi si erano creati disordini a causa di assembramenti di migranti. La questura ha predisposto anche il controllo della rimessa bus Atac di Magliana in quanto alcuni nomadi da giorni, in barba alle disposizioni nazionali, prendono l'autobus non rispettando le misure di sicurezza.
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