D omani alla Camera dei deputati per le comunicazioni di rito prima del Consiglio europeo. Poi, mercoledì, dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Il premier Giusepe Conte lo sa, inutile presentarsi a mani vuote a Bruxelles. Il governo ha due giorni di tempo per riscrivere la legge di Bilancio e presentarsi a Bruxelles con i nuovi impegni sul deficit e, nel caso, anche nuove stime di crescita nel quadro programmatico. Il punto di partenza è la riduzione del deficit a 2,4%. Il governo è disposto a ritoccarlo, ma in misura insufficiente. Il capitolo pensioni dovrebbe essere sacrificato secondo le attese, quindi due miliardi in meno per «quota 100», il cui fondo passerebbe da 6,7 miliardi a 4,7. L’intenzione del governo è non restringere più di tanto la platea degli interessati, ma fino a ieri l’unica ricetta per farlo è il rinvio di fatto attraverso il meccanismo delle finestre. Piccolo problema: negli anni successivi, 2020 e 2021, i costi sono destinati ad aumentare. Il governo è in attesa delle stime ufficiali dell’Inps sull’impatto della riforma, nella speranza che dimostrino che la spesa è destinata a diminuire perché dopo il primo anno gli interessati saranno già andati in pensione. In caso contrario, ci saranno limiti, il più probabile è che il requisito di quota 100 (pensionamento a 62 anni con 38 anni di contributi) debba essere maturato prima dell’entrata in vigore della riforma. Le pensioni sono il punto cruciale della trattativa tra Roma e Bruxelles. La Commissione, tutto sommato ben disposta verso l’Italia, non è in grado di fare passare al Consiglio, quindi all’organismo dove sono rappresentati gli Stati membri dell’Unione, un allentamento dei requisiti per la pensione in un paese con il debito alto come il nostro. Il rischio è che per quanto l’Italia si sforzi, un compromesso senza sacrifici sia impossibile. Il vicepremier Matteo Salvini ha chiesto di condurre la trattativa e incontrando le imprese si è mostrato disponibile al dialogo con l’Ue. Ma potrebbe non bastare. Renato Brunetta, responsabile politica economica di Forza Italia, ha calcolato che per centrare gli obiettivi il governo dovrebbe riscrivere le previsioni di crescita e anche obiettivi di finanza pubblica. Il rapporto deficit Pil dovrebbe scendere all’1,8 per cento. Mancano circa otto miliardi, quindi e due giorni di tempo «per evitare la troika», ha aggiunto l’esponente azzurro. Il ministro dell’Economia e anche il premier Conte hanno assicurato che nei prossimi anni il deficit diminuirà ulteriormente. Ma anche questo impegno potrebbe non bastare.
La Commissione si aspetta che il governo italiano rispetti gli impegni presi dai predecessori. Quindi pareggio di bilancio entro il 2020. Impossibile se c’è da finanziare «quota 100», sussidio universale e senza aumentare l’Iva. Al governo la scelta tra opzioni, tutte politicamente insostenibili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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