Corsica, tsunami autonomista: "Adesso Parigi ci risponda"

La Corsica non si accontenta dello statuto speciale

Faro della Madonetta - Bonifacio, Corsica (Francia)
Faro della Madonetta - Bonifacio, Corsica (Francia)

La Corsica non si accontenta dello statuto speciale. E pretende sempre più autonomia da Parigi. È questo il senso del voto con cui i còrsi hanno accordato il 46,7% dei voti alla coalizione Pè a Corsica, composta dagli autonomisti di «Femu à Corsica» (Facciamo la Corsica), guidati dal presidente del governo regionale uscente Gilles Simeoni, e dagli indipendentisti di «Corsica Libera», guidati dal presidente dell'Assemblea Gilles Jean-Guy Talamoni. Nonostante la bassa affluenza (l'astensione a quota 48%) il segnale degli elettori dell'isola in vista del secondo turno del 10 dicembre sembra più che chiaro. I còrsi chiedono a Parigi una riforma in senso autonomista. Al secondo posto si è piazzata la lista di Jean-Martin Mondoloni (la destra della regione), poco sotto il 15%, mentre il candidato di «Andà per Dumane», la lista legata al presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha ottenuto l'11,7%.

Per i nazionalisti (che qui sono sinonimo di autonomisti) si tratta di un'onda positiva che va avanti dal 2015, da quando cioè, uniti in coalizione con gli indipendentisti, hanno strappato i primi successi.

«Il sistema adottato finora è finito» esultano i simpatizzanti, che ora si aspettano l'introduzione di uno statuto autonomo entro i prossimi tre anni, per metterlo in pratica entro i prossimi dieci. Resta da vedere come reagirà il presidente Macron.

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