Così gli alfaniani sono pronti ad approvare lo "ius culturae"

Il piano e le condizioni di Ap per votare la legge che dà la cittadinanza agli stranieri. Vicari: "Con queste modifiche disponibili a votare lo ius soli subito e anche con la fiducia"

Così gli alfaniani sono pronti ad approvare lo "ius culturae"

Non lo ius soli, ma lo ius culturae. Basta un cambio di nome e Ap è pronta a votare la legge sulla cittadinanza agli stranieri.

A dirlo è Simona Vicari che ad Avvenire ha ribadito la posizione del partito di Angelino Alfano: "Con alcune modifiche Alternativa popolare è disponibile a votare, subito e anche con la fiducia, una legge sulla nuova cittadinanza che sia ispirata al criterio dello ius culturae", ha detto la senatrice di Alternativa popolare, "Sediamoci a un tavolo e discutiamo, evitando di dividerci sui nominalismi: se ci scontriamo sul fatto che dobbiamo parlare di ius culturae o di ius soli temperato non ne usciamo. Da parte nostra non c'è nessuna difficoltà ad andare avanti con alcune correzioni che consideriamo importanti, tutte sul filo del buon senso. A chi ha effettuato un percorso non si può negare la cittadinanza. Ma, diciamo noi, senza automatismi, è importante che vengano accettati i nostri valori e la nostra Costituzion".

Ecco quindi le condizioni che Ap pone al governo per votare lo ius soli: "Occorre che entrambi i genitori, non uno solo, siano titolari del permesso di soggiorno, perché siano tutti e due coinvolti in un percorso di integrazione. Se non ci sono i genitori si può incaricare un tutore, ma qualcuno che si impegni con il bambino ci vuole", spiega la Vicari, "Riteniamo che si debba abbassare la soglia minima di età. Se uno è arrivato in Italia a 12 anni è difficile pensare che a 16, quando termina l'obbligo scolastico, si sia già compiuta l'integrazione. Il ragazzo deve aver effettuato tutto il ciclo obbligatorio di studi, deve cioè essere in Italia, noi diciamo, dai 6 anni, ma in ogni caso deve aver fatto per intero il percorso dell'obbligo".

Infine un appello al Pd: "Al Senato i numeri sono diversi e noi intendiamo farci carico per intero della nostra parte di responsabilità, in un momento difficile della

legislatura, superando alcune resistenze interne che ci sono. Altrettanto dovrebbe fare il Pd. Incontriamoci. In chiave di buon senso, se non si tratta solo di sventolare un vessillo elettorale, la via d'uscita si trova".

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