Elezioni Politiche 2018

Così l'alta affluenza può aiutare il Cav

Storicamente l'elevato numero di votanti avvantaggia il centrodestra

Così l'alta affluenza può aiutare il Cav

Roma - È uno scenario mobile e tutt'altro che cristallizzato quello che si va prefigurando in vista del voto del prossimo 4 marzo. Di settimana in settimana cambiano tendenze e previsioni. Con molte sorprese alle viste.

La prima riguarda l'affluenza. Secondo quanto circola in ambienti politici gli italiani potrebbero votare più di quanto non fecero nel referendum costituzionale del 2016 (66%) e forse avvicinarsi o superare la percentuale del 2013 (75%). Si tratta solo di sensazioni, naturalmente, previsioni accreditate da alcuni sondaggi interni che i partiti stanno facendo svolgere per conoscere meglio il terreno del confronto. Tra le ragioni anche una data considerata favorevole (lontana da Ponti e da esodi estivi) e la coincidenza con le elezioni regionali. Un'affluenza alta storicamente ha sempre favorito il centrodestra, non a caso Berlusconi sta battendo forte su quel tasto invitando gli italiani a recarsi alle urne. C'è, però, un aspetto da considerare. Con il trascorrere degli anni cambia il corpo elettorale (ogni anno muore circa mezzo milione di persone) e le nuove generazioni sentono meno il dovere di recarsi alle urne rispetto ai loro nonni e genitori. Per loro votare è una possibilità, una opzione, non un anelito o un richiamo forte.

Ci sono altri dati sorprendenti che le elezioni del 4 marzo potrebbero produrre, questa volta in termini di risultati. Se fino a settembre la Lega sembrava saldamente in testa nel campo di centrodestra ora il vantaggio di Forza Italia secondo tutti i sondaggisti appare incolmabile, in alcuni casi viene stimato in 5-6 punti percentuali. Un sorpasso che fino alla scorsa estate sembrava azzardato anche solo ipotizzare. Anzi c'è chi inizia a mettere in dubbio il secondo posto assoluto del Pd a vantaggio del partito di Berlusconi. L'ultimo sondaggio Tecné per Tgcom24 dava, infatti, il partito di Matteo Renzi al 20,7% con Forza Italia al 18%. L'aggancio, insomma, non risulterebbe impossibile qualora il partito azzurro dovesse confermare il suo trend di crescita.

Il Movimento 5Stelle nonostante la fallimentare esperienza di Roma e Torino tiene comunque le sue posizioni e il crollo da molti previsto - una sorta di grande effetto boomerang capitolino - non sembra prefigurarsi all'orizzonte. Altra previsione sballata ascoltata più volte in questi mesi: il centrodestra non riuscirà a ricompattarsi. Alla prova dei fatti non solo si è ricompattato ma ha riacquistato la «forma» storica del '94, con Forza Italia, la Lega, Fratelli d'Italia al posto di Alleanza Nazionale, Noi con l'Italia (la quarta gamba del centrodestra) al posto del Ccd. Inoltre l'appeal della politica - a detta di chi si sta occupando di fare le liste - resta alto: tutti i partiti raccontano che mai come questa volta ci sono state così tante richieste di candidatura.

Segno che il seggio in Parlamento rappresenta un miraggio di potere, visibilità e retribuzione ancora imbattibile.

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