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Così il leader M5s dice addio al Colle

La mossa di Beppe Grillo e Luigi Di Maio imbriglia Giuseppe Conte. L'avvocato del popolo immaginava il proprio futuro da riserva della Repubblica

Così il leader M5s dice addio al Colle

La mossa di Beppe Grillo e Luigi Di Maio imbriglia Giuseppe Conte. L'avvocato del popolo immaginava il proprio futuro da riserva della Repubblica: fino al 2022 a Palazzo Chigi, poi il salto al Colle. Le pennellate si sprecavano: Zingaretti, Bettini, D'Alema. Il centrosinistra aveva trovato il nuovo Prodi. Al posto dei 101 congiurati, per affondare i piani di Conte è bastato il duo Renzi-Di Maio. Pare però che Conte non abbia ancora rinunciato al sogno Quirinale. Si sussurra, infatti, che dopo la nascita dell'esecutivo Draghi abbia fatto circolare un sondaggio sul gradimento degli italiani sul nome di Conte come futuro capo dello Stato. Sogni a parte, il presente dell'avvocato di Volturara Appula può rivelarsi un incubo: la guida del Movimento lo esclude dalla corsa per il Quirinale. E lo taglia fuori soprattutto dalla poltrona di leader-federatore della nuova alleanza Pd-Cinque stelle-Leu. Il presente (ma anche il futuro) impone a Conte di sporcarsi le mani con le beghe politiche: comunali, dissidenti, espulsioni. È l'abito che Di Maio e Grillo hanno cucito per Conte. Certo, la popolarità resiste. Il sondaggio Swg pubblicato da Enrico Mentana registra con la guida Conte un balzo di 6,2 punti per il M5S che arriva al 22%. Il presente di Conte porta a Napoli, Milano e Torino. L'avvocato del popolo dovrà sciogliere il nodo sul candidato sindaco a Napoli dell'alleanza Pd-Cinque stelle. L'ex premier sta provando a convincere il collega ed ex ministro Gaetano Manfredi. Nome che però crea malumori nel M5S. Roberto Fico scalda i motori. Ma nelle ultime ore sgomita anche l'ex ministro Vincenzo Spadafora. È scoppiata una guerra senza esclusione di colpi tra Fico e Spadafora. A preparare il terreno per la discesa in campo dell'ex ministro Spadafora pare ci sia il parlamentare Luigi Iovino, vicino a Di Maio.

Oggi il M5S andrà al tavolo di coalizione con l'odiato governatore Vincenzo De Luca per scegliere il candidato. Una resa. Nel presente di Conte c'è la madre di tutte le trattative: Roma. Virginia Raggi è già in campo. Conte dovrà convincere gli alleati Pd. Le comunali saranno il primo vero test per sondare il vero consenso della leadership di Conte. D'ora in avanti la sconfitta del M5S sarà la sconfitta di Conte. Altra grana: le scissioni. Il nuovo capo dei Cinque lavora a una tregua con espulsi e dissidenti. Ieri altri tre parlamentari sono stati messi alla porta per le assenze non giustificate al voto di fiducia al governo Draghi: Cristian Romaniello, Yana Ehm e Simona Suriano. Altri ricorsi in arrivo.

Altra patata bollente per l'ex riserva della Repubblica.

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