Così il #metoo riscrive il diario di Bridget Jones

Helen Fielding rivisita parti del celebre diario: "Oggi Mr Fissatette sarebbe licenziato"

Così il #metoo riscrive il diario di Bridget Jones

«Mi piace molto essere molestata sessualmente da Daniel Cleaver», confessava dalle pagine del suo diario parlando del capo, al cinema il bello e spietato Hugh Grant. Che nel frattempo, in ufficio, commentava via chat la gonna troppo corta di lei e ci provava con successo, a differenza dell'altro capo, il signor Fitzherbert, un imbranato di mezza età, da lei soprannominato «Signor Fissatette». Oggi? «Niente del genere sarebbe possibile». Nemmeno il ruolo di Richard Finch, il boss che la assume in tv e non perde occasione di farla riprendere dalle telecamere scomposta, seno e didietro in vista, per farla apparire bella e senza cervello. «Oggi entrambi perderebbero il lavoro,senza dubbio», dice la nuova Bridget.

Sì, perché 23 anni dopo la sua creazione e 22 dopo la pubblicazione, la ex single più nota e sfigata del mondo, protagonista della rubrica settimanale di Helen Fielding sull'Independent, poi divenuta un best seller editoriale e un successo cinematografico in cui si sono identificate milioni di giovani donne sole, a caccia di marito, in lotta contro peso/sigarette/ birra, insomma l'indimenticabile Bridget Jones torna a scrivere sul suo Diario. Da ex single a mamma, da giovane a caccia dell'amore eterno nell'era post-femminista di metà anni Novanta a donna reduce dal grande sconvolgimento del #metoo, Bridget prova adesso a spiegare al figlio maschio come liberarsi dal sessismo e creare relazioni efficaci con le donne dopo il terremoto Weinstein. Lo fa per mano della sua creatrice, Helen Fielding, che ha regalato nuove parti del Diario di Bridget Jones a Feminists Don't Wear Pink (and Other Lies), raccolta di 52 contributi femminili (ed. Paperback) in uscita nel Regno Unito e con cui Scarlett Curtis, la curatrice, prova a capire cosa è successo al femminismo dopo il #metoo. Inutile dire - ma la Curtis lo fa eccome - che i passaggi più spassosi e rappresentativi (alcuni stralci riportati dal Sunday Times) sono proprio quelli che raccolgono le nuove parti del diario di Brigdet, ormai icona della donna-media. Imperdibile, per esempio, il passaggio in cui la bionda ricorda la frase preferita di Shazzer, l'amica capace di chiamare le cose con il proprio nome: «Chiunque sia veramente capace di andare a letto con Harvey Weinstein merita un Oscar». Cosa è cambiato per Bridget? «Riguardando i vecchi diari del 1996 - scrive sulle nuove pagine - credevo che femminista fosse un'altra cosa intimidatoria che dovevi diventare per forza, insieme con l'essere magra, fidanzata, madre e imprenditrice di te stessa mentre scivolavi agevolmente da una persona all'altra alle feste come Tina Brown». Ora invece - ammette Bridget - il femminismo «è un'altra cosa. Non è più appannaggio di intellettuali solenni e che si sentono superiori. Adesso è di ogni donna». Ecco il Bridget-pensiero rivoluzionario. È la consapevolezza che non sarebbe più possibile, come fece Bridget, «accettare la parte e il pacco di avere un lavoro in cui il capo fissa liberamente i tuoi seni, non conosce il tuo nome e ti chiede di mettere un vestito attillato per fare un discorso idiota». Ora Bridget lo sa. Come farà a insegnarlo al figlio? Intanto gli propone di vedere Thelma e Louise, il film «per imparare come trattare le donne e cosa succede se non lo fai alla pari». «Stai parlando di sessismo e parità di genere?» gli chiede Billy.

«Sì - spiega mamma Bridget - è davvero la piaga del futuro e...». Lui la interrompe: «È cosa vecchi. Se hai la nostra età, mamma, il sessismo semplicemente non è una questione». Ed è la prova che i tempi sono cambiati. Parola, o speranza, di Bridget Jones.

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