Nelle agende piene dei parlamentari italiani alle prese con la legge di Bilancio uno spazio è riuscito a ritagliarselo un invito particolarmente gradito arrivato nei giorni scorsi via mail. La notizia l'ha comunicata ai suoi colleghi di Camera e Senato il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, spiegando che martedì 16 dicembre avrà luogo una visita privata in Cappella Sistina concessa dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. Al termine della visita, all'interno del Palazzo Apostolico, ci sarà un momento di preghiera e un brindisi per lo scambio degli auguri natalizi. Le adesioni sono state molte e bipartisan. Ai piedi del Giudizio universale sono attesi anche membri del governo e i presidenti delle Camere Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. La Santa Sede, dunque, apre le porte del suo luogo più prezioso alla politica italiana nel primo anno del pontificato di Leone XIV.
Un'iniziativa che riporta alla mente quella che un tempo era l'"eccezione italiana". Questa è l'espressione che Giovanni Paolo II amava utilizzare per descrivere la resistenza del Belpaese di fronte all'offensiva relativista vittoriosa nel resto dell'Europa occidentale, soprattutto sul piano legislativo. Un'eccezione aiutata nel dopoguerra dal dialogo privilegiato tra la Santa Sede e la politica italiana. Il crollo della Prima Repubblica e la fine del partito unico dei cattolici non determinarono il tramonto di questo rapporto speciale: con l'avvento del bipolarismo la Segreteria di Stato guidata dal cardinale Angelo Sodano avviò una stagione di consultazioni con gli interlocutori delle due coalizioni ritenuti più affidabili. Sodano, figlio di un ex parlamentare democristiano, diceva ai suoi collaboratori: "a scatola chiusa oggi non si accettano neppure i regali".
Il canale tra le due sponde del Tevere rimase aperto durante il pontificato di Benedetto XVI e tale era l'importanza attribuita da essere all'origine di un inedito scontro tra Segreteria di Stato e Cei con la famosa lettera del cardinale Tarcisio Bertone che nel 2007 invitò il nuovo presidente dei vescovi Angelo Bagnasco a farsi cordialmente da parte nella gestione dei rapporti tra Santa Sede e politica italiana per archiviare gli anni rampanti del ruinismo. L'elezione di Francesco cambiò le cose, imponendo tra le due sponde del Tevere una sostanziale indifferenza con eccezioni legate a rapporti personali. Un segnale indicativo fu la nomina nel 2017 di un nunzio apostolico non italiano, l'attuale cardinale Emil Paul Tscherrig. Molti osservatori hanno riscontrato l'esistenza di un pregiudizio antitaliano in Bergoglio maturato ed applicato in ambiti curiali, ma che potrebbe aver influenzato anche il modo di rapportarsi della Santa Sede alla politica italiana durante i suoi anni. All'indebolimento dell'"eccezione italiana" nelle Camere ha contribuito anche la fine dell'esperienza di monsignor Rino Fisichella come cappellano di Montecitorio. L'attuale pro-prefetto del dicastero per l'Evangelizzazione, infatti, era diventato un punto di riferimento per i parlamentari dal 1995 al 2010 e il suo attivismo aveva aiutato il dialogo tra i Palazzi del potere romano. Nella XVII e nella XVIII legislatura le messe nella rettoria non sono state più frequentate come un tempo, complice anche la rivoluzione grillina e il ricambio generazionale in Parlamento.
Nell'attuale legislatura, con la sensibilità più spiccata del presidente Lorenzo Fontana, la situazione è migliorata e in questo contesto s'inserisce anche il lavoro del nuovo cappellano, monsignor Francesco Pesce che con Lupi ha voluto organizzare già nei due anni precedenti visite private in Vaticano in vista del Natale. Il cardinale Pietro Parolin, incassato da Leone XIV l'invito ad andare avanti come Segretario di Stato, può muoversi più liberamente anche nel rapporto con la politica italiana senza timori di calpestare determinate sensibilità. Così il via libera alla visita privata in Cappella Sistina e all'incontro coi parlamentari è arrivato senza problemi e nelle luci del Natale può diventare un segnale di attenzione reciproca, utile se le Camere dovessero affrontare il nodo di dossier delicati come quello sul fine vita.
Il nuovo Papa ha fatto capire di non avere pregiudizi e, oltre a ricevere ministri che non avevano avuto questa possibilità col suo predecessore, si è spinto a riconoscere al governo italiano di poter avere un ruolo importante nella ricerca della pace tra Ucraina e Russia. Di pace ieri Prevost ha parlato rendendo omaggio alla statua dell'Immacolata Concezione in piazza di Spagna e invocando l'apertura di "oasi di pace" in cui "si impari l'arte della riconciliazione".