"Così si apre la strada alla crisi economica"

Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli: siamo in stagnazione, servono investimenti

Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli
Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli

Roma - Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, le previsioni di crescita del Pil per il 2019 oscillano tra lo 0,3% e il meno 0,5%. Ci sono margini per una ripresa?

«È ormai evidente a tutti che la nostra economia, almeno per l'anno in corso, ha imboccato la strada della stagnazione. Ed è altrettanto evidente che il giudizio negativo dell'Ocse su alcune misure di politica economica del governo e sulle prospettive di crescita del nostro Paese non aiuta certo a dissipare quel clima di incertezza che ancora domina il sentiment di famiglie e imprese e sul quale pesa come un macigno l'ipotesi degli incrementi Iva da 23 miliardi».

Cosa succederà se gli aumenti scatteranno come previsto dal prossimo anno?

«Se non si disinnesca definitivamente la mina delle clausole di salvaguardia per il 2020 e 2021, gli aumenti Iva si tradurrebbero in oltre 50 miliardi di euro di maggiore prelievo fiscale finendo per colpire duramente i consumi e le componenti più fragili della società. Un'eventualità che aprirebbe la strada ad una nuova e più drammatica crisi economica. Vorrei comunque ricordare che in più occasioni diversi esponenti del governo hanno dato rassicurazioni che l'Iva non sarebbe aumentata».

Ma adesso si parla di un anticipo degli aumenti di due aliquote Iva già da luglio...

«Il nostro Paese soffre, da tempo, di due grandi malattie croniche: la debole domanda interna e scarsi investimenti infrastrutturali. È evidente che qualsiasi ipotesi di un ritocco all'insù di una o più aliquote - che lo si chiami piano B o aumenti selettivi non farebbe altro che dare un ulteriore colpo di freno alle già deboli prospettive di crescita del nostro Paese».

Quali sono le vostre richieste al governo?

«Sono due. La prima è un decreto crescita che rimetta in moto investimenti pubblici e investimenti privati, e che prosegua il percorso di riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro. La seconda è un Documento di economia e finanza che delinei un percorso rigoroso e credibile per il disinnesco degli aumenti Iva fondato su tre azioni: più crescita, contrasto e recupero di evasione ed elusione, dismissione del patrimonio pubblico».

A proposito di infrastrutture, perché Confcommercio si è espressa nettamente a favore della Tav?

«È un'infrastruttura strategica per il nostro Paese e per il suo collegamento con le grandi reti europee del trasporto e della logistica. Oggi le nostre carenze infrastrutturali ci fanno perdere circa 34 miliardi all'anno di Pil e producono danni in particolare nei settori del commercio e del turismo. Per questo siamo favorevoli a tutte le opere, a tutte le infrastrutture necessarie.

In particolare la Tav Torino-Lione renderebbe più accessibili i territori, più economico, più sicuro e più rapido il trasporto, migliorerebbe la distribuzione delle merci e favorirebbe l'arrivo di più turisti. Insomma, renderebbe il Paese più competitivo».

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