Costa esce da Azione e torna in Fi. E Calenda teme l'effetto slavina

La sparizione del "Terzo Polo"

Costa esce da Azione e torna in Fi. E Calenda teme l'effetto slavina
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Dopo il colpo delle Europee, è la Liguria a rivelarsi fatale per l'ex «Terzo Polo» e le sue speranze di creare uno spazio politico tra sinistra schleiniana e destra meloniana.

Calenda&Renzi bussano, ognuno per suo conto, alle porte del campo largo, pronti a sostenere il candidato governatore Andrea Orlando. E dai rispettivi partiti inizia l'esodo: prima l'addio a Italia viva di Luigi Marattin (ma anche di assessori e consiglieri liguri che si schierano con Marco Bucci). E ieri l'attesa ma clamorosa uscita di Enrico Costa (nella foto) da Azione, di cui è stato fino a luglio vice-segretario. L'infaticabile paladino del garantismo, spauracchio di procure d'assalto e giornalismo manettaro, ufficializza quel che già era nell'aria: dopo l'accordo pro-Orlando in Liguria lascia il partito calendiano e torna in Forza Italia, che ne celebra con entusiasmo il rientro: «Bentornato: con la tua autorevolezza e competenza rafforzerai il nostro impegno per una giustizia giusta», dice Antonio Tajani.

Costa spiega di aver «subito con sofferenza la frantumazione del Terzo Polo», ma di non poter accettare il riassorbimento in un centrosinistra «antitetico» a istanze liberali e garantiste. «Siamo nati all'opposizione del governo Conte bis, composto dalle stesse forze del Campo largo», ricorda. Carlo Calenda registra l'addio con apparente distacco: «Sono stato io a dirgli che Azione non era più il suo partito, un singolo parlamentare non può dettare ultimatum». Ma ora si teme l'effetto slavina: da Forza Italia si accredita come assai possibile l'arrivo di Maria Stella Gelmini: «Non mi risulta che se ne vada», dice Calenda, ma gli azzurri giurano: «Non vede l'ora». Mentre il piano di Mara Carfagna sarebbe di più lungo periodo: «Mara Aspetta, perché pensa che nella crisi di Azione e del Terzo Polo potrebbe riuscire a scalarne la leadership, e poi trattare con noi o con il centrosinistra la collocazione, a seconda del trend», ragiona un dirigente azzurro.

Una cosa però è certa, assicura: «Noi di Forza Italia, che stiamo al governo sia in Italia che in Europa, siamo diventati l'unico vero centro attrattivo, verso sinistra come si vede con Azione e Iv, e anche verso destra». É di ieri, sottolinea, l'adesione a Fi di un consigliere regionale siciliano di FdI, e di pochi giorni fa quella degli autonomisti sardi dello PsdAz: «Siamo i soli a saperci aprire».

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