Elezioni Regionali 2020

Il Covid contagia il voto Forfait di scrutatori e incognita astensione

Forti le misure di sicurezza. Ma piovono rinunce: a Milano sostituiti cento presidenti

Il Covid contagia il voto Forfait di scrutatori e incognita astensione

I contagi sono in aumento, soprattutto in Lombardia, Campania e Lazio, gli ultimi bollettini dell'Istituto superiore di sanità parlano chiaro, e anche se la situazione italiana è molto migliore rispetto a ciò che accade in numerosi altri Paesi europei, le notizie che arrivano contribuiscono a generare paura. Si spiega anche così la vera e propria epidemia di rinunce che ha colpito scrutatori e presidenti di seggio in tutta Italia. Fatti che contribuiscono a far crescere l'incertezza sull'affluenza, che incombe su tutte le consultazioni elettorali. Oggi e domani, alla valutazione della passione e dell'interesse degli elettori per il voto, si aggiunge anche l'incognita del timore per il Covid.

Migliaia i certificati di malattia arrivati da coloro che avrebbero dovuto presiedere alle operazioni di voto e di scrutinio e che hanno costretto la macchina elettorale a mobilitarsi in extremis. Con situazioni paradossali, come quella di Milano, dove mancavano cento presidenti di seggio per il referendum. È arrivata all'ora di pranzo, insieme all'appello diramato via social, la mail del Comune che invitava a collaborare: «Stiamo cercando presidenti di seggio per il referendum costituzionale. È possibile candidarsi direttamente all'ufficio elettorale, basta portare con sé un documento di identità». La situazione è stata praticamente risolta.

Difficoltà anche dove si vota per le regionali. Veri e propri SOS sono partiti da Genova, che ha registrato 855 rinunce da parte degli scrutatori nelle ultime ore prima dell'apertura dei seggi, e anche dalla Regione Puglia, che denunciava il 50 per cento di rinunce tra presidenti di seggio e scrutatori. A Bari si sono presentati alcuni volontari della Protezione civile per sostituire gli assenti. Allarme pure nelle Marche, sia pure rientrato. Così anche a Messina e, in modo più o meno accentuato, in tutte le regioni di Italia.

È necessario garantire due diritti: il diritto al voto e il diritto alla sicurezza. Per questo, in occasione del referendum e delle regionali, che coinvolgono 51 milioni di elettori in 61.572 sezioni, è stato predisposto un protocollo d'intesa tra i ministeri della Salute e dell'Interno che assicura le misure di distanziamento e di sanificazione ai seggi. Inoltre è previsto il voto domiciliare per gli elettori in quarantena o in isolamento fiduciario e, negli ospedali, il voto per i ricoverati. Allo Spallanzani di Roma, uno degli epicentri della lotta alla pandemia, era già stato allestito ieri un seggio per i pazienti Covid.

Non è prevista la misurazione della temperatura ai seggi, anche se qualche presidente di seggio come il pd Stefano Pedica, per la propria sezione di Roma ha deciso di ricorrere al «fai da te», comprando un termoscanner a sue spese. È probabile che l'esempio venga seguito da altri.

Rimane alla responsabilità di ciascun elettore misurarsi la febbre prima di uscire ed evitare di andare al seggio nelle seguenti situazioni: in caso di sintomatologia respiratoria o temperatura superiore a 37.5°C; se si è stati in quarantena o isolamento domiciliare o a contatto con persone positive negli ultimi 14 giorni.

È obbligatorio l'uso della mascherina, facoltativi i guanti ma bisognerà igienizzarsi le mani tre volte con i gel messi a disposizione (ma è consigliabile portarne anche uno proprio): al momento dell'accesso al seggio, prima di ricevere la scheda elettorale e la matita e dopo aver votato, prima di lasciare il seggio.

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