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Cresce la paura per altre proteste. Vogliono mandare in tilt il Paese

Il pm Nobili: "Conseguenze imprevedibili su una piazza trasversale". L'appello su Telegram: "Pronti a morire per il popolo". Allarme del sindacato di polizia: mancano disposizioni chiare

Cresce la paura per altre proteste. Vogliono mandare in tilt il Paese

Le piazze rischiano di finire fuori controllo. È allarme per le manifestazioni previste nei prossimi giorni. Da quando il 15 ottobre il green pass diventerà obbligatorio sono previsti diversi eventi di protesta che potrebbero degenerare nel caos. Per il pm Alberto Nobili, capo dell'antiterrorismo milanese, quello che accadrà «è imprevedibile se la politica non chiarirà le sue linee di azione». Nobili prosegue: «Non sappiamo che conseguenze questo potrebbe avere su una piazza che è trasversale, da Forza Nuova agli anarchici, dai qualunquisti ai no per principio». Il magistrato, che segue le indagini sui cortei milanesi, parlando del lavoro delle forze dell'ordine, tiene a dire: «Stanno fronteggiando al meglio un fenomeno che desta preoccupazione evitando situazioni di conflittualità e cercando di gestire il disordine senza violenza e scontri frontali».

Ma preoccupano i cortei previsti per i prossimi giorni. «Se c'è da morire, da sacrificarsi per il popolo, moriremo. Qui non si tira indietro nessuno», scrivono i responsabili del gruppo Io Apro su Telegram. E c'è preoccupazione soprattutto perché per i manifestanti «dal 15 ottobre nessuno deve lavorare più finché» non distruggeranno «la dittatura intera, non solo il certificato schiavitù». Qualcosa che assomiglia molto a una disobbedienza civile, a una rivoluzione di strada di chi è contro al vaccino e al green pass. Molti di loro erano sabato di fronte alla sede della Cgil di Roma o al pronto soccorso dell'Umberto I, dove si sono verificati i fatti ormai noti. «La protesta - dicono - era solo un assaggio». Per oggi è previsto un blocco stradale del Paese. I manifestanti invitano a «munirsi di viveri e coperte» e a «creare disagio». Il loro intento è mandare l'Italia in tilt finché «il green pass non verrà ritirato». Il tutto è riportato anche in un comunicato a firma di Giuseppe Provenzale, Luca Castellini, Davide Pirillo, Stefano Saija di Forza Nuova. «Il regime è in difficoltà - scrivono gli esponenti del gruppo di estrema destra - la giornata di sabato fa da spartiacque tra vecchio e nuovo». Intanto, ieri per le vie del centro di Trieste 10 mila persone si sono riunite per protestare contro il certificato. In cima al corteo un camper con attaccata una foto del premier Draghi. Stefano Puzzer, portavoce del Coordinamento lavori portuali Trieste ha chiarito: «Al momento su 950 lavoratori portuali il 40% non ha il green pass. Il 15 ottobre se sarà obbligatorio bloccheremo il porto. Non si entrerà». E anche il Sap, sindacato autonomo di polizia, lancia un allarme. Il segretario nazionale Stefano Paoloni racconta che ieri hanno «dovuto rimandare l'ennesima riunione sulle linee guida per l'introduzione del green pass, perché ancora non ci sono disposizioni chiare». Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese non si è degnata di rispondere alle richieste dei sindacati. «Premessa l'importanza della campagna vaccinale - spiega il segretario - la preoccupazione più grande ed allarmante è che dal 15 ottobre, numerosi servizi salteranno per una serie di motivi. Un esempio è quello per la prenotazione dei tamponi: chi prova a prenotare, trova la prima disponibilità almeno 4/5 giorni dopo». E ancora: «Ulteriori difficoltà ci saranno per coloro a cui scade il pass durante il servizio. Alcune volanti saranno obbligate a fermarsi causa la scadenza del foglio verde. Stesso problema per i servizi alle pubbliche manifestazioni».

E anticipa che «sulla base di queste disposizioni, anche la sicurezza della manifestazione di sabato, indetta dalla Cigil contro il fascismo, risulta essere a rischio, poiché non sappiamo chi potrà prendervi servizio».

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