Crescere un figlio costa più che comprare casa

Per mantenere un giovane servono 300mila euro, per un'abitazione occorrono 6,3 anni di stipendio

Padre e figlia/Pixabay
Padre e figlia/Pixabay

Roma - Per loro mamma e papà darebbero qualsiasi cosa, ma i figli costano parecchio, inutile negarlo. Nel Regno Unito uno studio del Centre of economic and business research fissa una spesa media di 230 mila sterline per portarli ai 21 anni. Sono quasi 300mila euro, se vogliamo applicare la cifra alla realtà italiana, che certo non è molto differente.E i sacrifici sono necessari: la ricerca pubblicata da The Telegraph dice che una madre su 5 deve tornare a lavorare, circa il 29 per cento dei guadagni dei genitori se ne va per far crescere i figli e il 44 per cento delle coppie, in aumento rispetto all'anno scorso, deve tagliare le altre spese per far fronte all'impegno.Considerando la crisi del mercato immobiliare, si può dire che oggi comprare casa può essere molto più conveniente. Si dirà che i beni non sono comparabili, che i figli so' piezz 'e core, ma a fino a 10 anni fa un paragone con il mattone non sarebbe mai venuto in mente.Da allora, però, i prezzi delle abitazioni, da sempre bene rifugio per gli italiani, hanno iniziato una china in discesa che solo ora mostra qualche piccolo segno di frenata. E così, con la cifra di 300mila euro di cui si parlava prima oggi si può entrare nel malandato mercato immobiliare.Per farsi un'idea, basta guardare l'analisi dell'ufficio studi del gruppo Tecnocasa, su quanti anni di stipendio sono necessari per acquistare l'abitazione: servono 6,3 annualità di stipendio, a livello nazionale, in diminuzione rispetto al 2014, quando erano 6,6 annualità. Tra le grandi città Bologna vede in un anno un calo di 0,6 annualità (che si attestano a 5,9); anche a Verona c'è una diminuzione dello 0,2 arrivando a 4,5. Firenze si mantiene invariata con 8,5 annualità, mentre Milano chiude l'anno con un incremento di 0,1, passando a 9,1 annualità di stipendio per comprare casa. A Palermo e Genova ne servono meno: 4 nel capoluogo siciliano e 4,2 nella città della Lanterna. La capitale è sempre la città più cara, in cui serve il maggior numero di annualità: 10,6. Se poi si fa il confronto con un decennio fa, si scopre che a livello nazionale la differenza è stata più consistente e si è passati da 10 annualità nel 2005 a 6,3 nel 2015. Napoli e Bologna sono le città in cui le variazioni sono state più consistenti, rispettivamente con 5,3 e 5 annualità in meno. Bel calo anche a Milano, di 4,4 annualità in 10 anni; Firenze resta in linea con il dato nazionale (-3,7), seguono a ruota Roma, Bari e Genova (-3,6 la capitale e -3,5 le altre due), mentre Palermo è la città che mantiene più stabili i propri valori (-2 annualità).

Per i dati Istat, i prezzi medi a Milano sono meno di 3 mila e 500 euro a metro quadro, a Roma circa cento di meno, a Napoli parliamo di 2,8, a Palermo di 1,5. Ecco che, per assurdo, una casa media costa meno di un figlio da crescere.

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