Neanche il classico rimbalzo da gatto morto, quel risalire illusorio che i mercati si concedono spesso dopo aver preso una tranvata memorabile. All'indomani della seduta nera in cui le Borse europee hanno visto svaporare 350 miliardi e Wall Street fare i conti con un crollo del 3%, sul leggio resta lo spartito del ribasso, quell'operare in sottrazione in attesa di tempi migliori. Non alle viste, al momento, dati i casi di coronavirus in continua moltiplicazione e l'estensione territoriale dell'epidemia, arrivata anche in Svizzera, Austria, Spagna, Croazia e Svezia.
Con l'1,44% perso ieri dopo il -5,4% di lunedì, Piazza Affari si conferma il mercato europeo più in sofferenza (anche se l'indice europeo Stoxx600 ha perso l'1,76%) e offre la plastica rappresentazione di come le cattive notizie agiscano come catalizzatore dei ribassi impedendo ogni tipo di reazione. Non c'è paralisi, ma un muoversi a ritroso sull'onda dei notiziari, sulle immagini di un Paese bloccato che rischia, in base ai calcoli di Confcommercio, di dover pagare un dazio fra i 5 e i 7 miliardi di euro in termini di Pil se il Covid 19 non verrà debellato entro giugno. Un'Italia in bilico sull'orlo della recessione e costretta alla serrata da virus. Dopo l'annullamento della fiera degli occhiali (Mido), il rinvio del Connext di Confindustria e del Salone del Verde, adesso tocca anche all'apertura del Salone del Mobile, in programma dal 21 al 26 aprile: lucchetti chiusi e rinvio (se tutto andrà bene) al 16 giugno per un appuntamento che avrebbe dovuto chiamare a raccolta 2.200 espositori internazionali e, soprattutto, convogliare su Milano 400mila visitatori da tutto il mondo. Un danno da 120 milioni, da sommare a quelli già provocati dalla frenata delle attività produttive nel Nord-Est, dal rarefarsi della clientela in bar e ristoranti, da teatri e stadi chiusi. E se soffre l'economia reale, al punto da indurre Intesa a dichiararsi pronta a sospendere per tre mesi le rate dei finanziamenti a famiglie e imprese, qualche segno di malessere si comincia ad avvertire anche sul fronte della finanza pubblica con la risalita sopra l'1% dei rendimenti del Btp decennale, mentre lo spread con il Bund tedesco tocca quota 150 punti. È ragionevole pensare che il timore che il virus si diffonda in un Paese europeo richieda una certo repricing (la revisione dei prezzi, ndr), anche se ultimamente il mercato ha supportato molto i Btp, spiega Tim Graf, responsabile Macro Strategy per l'area Emea di State Street.
Per far rientrare queste tensioni occorre una risposta rapida da parte dei governi, chiamati a trovare una linea di condotta comune in grado di far fronte all'emergenza. Magari attraverso un allentamento temporaneo dei vincoli di bilancio. Vale a dire, il permesso di sforare col deficit. Uno sforzo congiunto peraltro già richiamato dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, convinta che le banche centrali non siano da sole in grado di garantire il necessario sostegno alla crescita. I mercati, tuttavia, continuano a far affidamento sulla possibile rimodulazione della politica monetaria come antidoto contro l'epidemia, ignorando il fatto che i tassi sono pressoché ovunque appiattiti verso lo zero. La Federal Reserve non ha per ora fiatato davanti al netto cambio di umore di Wall Street, in calo anche ieri (-3,2% a un'ora dalla chiusura).
Ma sia il Dow Jones, sia il Nasdaq sono già distanti di un 6% circa rispetto ai record stabiliti all'inizio del mese, e una correzione più marcata potrebbe indurre il capo della banca centrale Usa, Jerome Powell a
cambiare rotta, come peraltro già successo durante il periodo di Natale 2018. Resta da capire come si articolerà un piano di emergenza che, se non migliorerà la situazione, potrebbe essere preteso molto presto da Donald Trump.
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