Sono le 13,45 di un martedì freddo e ventoso ma illuminato da un piacevole solicello. Un catamarano di quattordici metri attracca al porto turistico di Lisbona. Si chiama Le Vagabonde, ha a bordo una coppia di influencer australiani con 1,2 milioni di follower su Youtube e una ragazzina di quasi diciassette anni che quasi vinceva il Nobel: Greta Thunberg.
Le Vagabonde ha vagabondato per una ventina di giorni sull'oceano Atlantico per portare a impatto zero la ragazzina svedese in Europa, perché possa partecipare - lei che non prende aerei per non inquinare - al Cop25, il vertice Onu sul cambiamento climatico in corso a Madrid. E va bene, a Madrid il mare non c'è, e da Lisbona alla capitale spagnola ci sono circa seicento chilometri di terraferma. Così Greta, dopo un paio di giorni di riposo che ha pensato di concedersi, dovrà decidere con quale mezzo percorrerli: sia il governo spagnolo sia quello dell'Estremadura le hanno messo a disposizione un'auto elettrica con la batteria a pieno carico, ma pare che lei non abbia risposto (che educazione), e quindi tutti pensano che prenderà un treno, magari notturno, per garantirsi la sua passerella mediatica al G8 del clima. Di certo dovrà essere nella capitale spagnola entro venerdì alle 18, quando si terrà la grande marcia per il clima della quale dovrebbe essere una delle superstar.
A Lisbona Greta - giacca vento nera e coda di cavallo - ha trovato un'accoglienza piuttosto calda - visto che si parla di clima - con qualche centinaio di ambientalisti (non chiamateli gretini) ad aspettarla. Quando è scesa dal catamarano sul molo di San Amaro, smaltito il «mar di terra», qualcuno le ha messo in mano un microfono e lei ha tenuto una conferenza stampa nel corso della quale ha spiegato quello che farà a Madrid. «Andrò alla Cop25 a Madrid e continuerò a combattere lì per portare al vertice Onu sul clima le voci delle prossime generazioni, in particolare quelle delle popolazioni del Sud perché siano ascoltate». Greta si è raccomandata con il suo pubblico, i giovani, perché diano ascolto a chi ne sa di più («Non siamo esperti. Gli scienziati lo sono. Dobbiamo ascoltare la scienza») e perché facciano «tutto ciò che possono per assicurarsi di essere dalla parte giusta della storia».
Per Greta si è trattato della seconda crociera sull'Atlantico in poco più di un mese. Il vertice sul clima, inizialmente programmato in Cile, a causa delle violente proteste che scuotono il Paese sudamericano era stato spostato in Spagna proprio dopo che Greta aveva raggiunto la California grazie a un passaggio offertole da Pierre Casiraghi di Monaco su uno yacht da regata capitanato dal marinaio tedesco Boris Herrmann, un viaggio a zero emissioni di carbonio che ha richiesto 15 giorni ma che ha soddisfatto i complicati standard della svedesina. Greta, bontà sua, è consapevole di essere una privilegiata, per lei BlaBlaBoat è sempre attiva, non tutti possono spostarsi unicamente in barca o comunque su mezzi a emissioni zero. Attualmente «è impossibile viaggiare in modo sostenibile». Il suo andirivieni sull'Atlantico rappresenta quindi più che un esempio, un messaggio sulla possibilità di lottare per il clima senza rinunciare a spostarsi.
«Durante le tre settimane di viaggio ho avuto modo di riflettere e ora sono impaziente di continuare la mia lotta».
Lotta nella quale la sedicenne svedese non sente di avere accanto i governi, visto che «nessun Paese del mondo sta facendo abbastanza». «Dobbiamo fare molto di più di quello che stiamo facendo oggi», conclude la lupetta di mare.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.