Il Csm ha fretta di chiudere su Rossi ma papà Boschi può essere indagato

La decisione rinviata all'11 gennaio: decisivo il ruolo del padre del ministro nell'indagine

Il Csm ha fretta di chiudere su Rossi ma papà Boschi può essere indagato

Roma C'è una gran fretta di chiudere il caso Rossi, al Csm. L'aveva già fatto capire il vicepresidente Legnini qualche giorno fa, lunedì è stato evidente dalla dichiarazione assolutoria del numero uno della prima commissione, Balduzzi, dopo l'audizione del procuratore di Arezzo che indaga su Banca Etruria ed è anche consulente del governo.In realtà, non tutti i nodi sono stati sciolti. Il più importante riguarda la possibile iscrizione nel registro degli indagati di Pierluigi Boschi, padre del ministro Maria Elena. C'era anche lui nel «direttorio ombra» di cui parlerebbero le relazioni di Bankitalia, quello che nell'istituto di credito prendeva le decisioni più delicate (anche sulle infauste obbligazioni subordinate), di fatto esautorando il Cda?«Nell'audizione - spiega a Il Giornale il laico di Fi Pierantonio Zanettin - ho chiesto se esisteva davvero questo direttorio e Roberto Rossi ha risposto che riguardava la gestione precedente a quella in cui Boschi è diventato vicepresidente. Di lì è nata la necessità per la commissione di acquisire le relazioni di Bankitalia per verificare i fatti».Ecco l'incongruenza. Se è vero, come hanno scritto pochi giorni fa i principali giornali, che interrogato dai finanzieri nell'inchiesta di Rossi, il capo del team di Bankitalia che ha fatto le ispezioni a Banca Etruria, Emanuele Gatti, ha riferito di un direttorio parallelo, «poco trasparente», chiamato Commissione consiliare informale o Alta Direzione, di cui facevano parte il presidente Luca Rosi, i due vice Alfredo Berni e Pierluigi Boschi e il direttore generale Luca Bronchi(indagato). Il cda avrebbe «abdicato al suo ruolo», ratificando scelte altrui.Su questo punto soprattutto Zanettin e il relatore Piergiorgio Morosini hanno voluto un ulteriore accertamento, mentre la maggioranza degli altri insisteva per archiviare subito la vicenda. Così sono state richieste le relazioni di Bankitalia e la decisione finale è stata rinviata all'11 gennaio.Nell'audizione Rossi insisteva col dire che non aveva ravvisato «alcun conflitto d'interesse neanche potenziale» tra le sue indagini e la consulenza con Palazzo Chigi. «Come magistrato di Arezzo - diceva - non avrei mai potuto indagare su un ministro, perché la competenza sarebbe stata del Tribunale dei ministri». «Ma su un parente di un ministro, sì», gli è stato obiettato. A questo punto Rossi, pur cautamente per rispetto del segreto istruttorio, non ha escluso che in futuro l'iscrizione di papà Boschi possa esserci: «Sono in attesa della relazione del commissario liquidatore per conoscere le cause di insolvenza della banca».Insomma, al Csm non tutto è stato così «lineare e convincente», come Balduzzi ha fatto credere. C'è anche la storia della consulenza gratuita, come sostiene il pm. In realtà, sono previsti 2.500 euro per pochi mesi del 2014 e 5mila per quest'anno.

Alla scadenza, a fine mese, Rossi deve presentare una relazione sull'attività svolta e avere i compensi. Il fatto che finora non abbia percepito denaro perché non ha presentato note spese (non avendole sostenute, visto che inviava i suoi pareri per email), non vuol dire nulla.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica