Il Csm ora indagherà sul pm che ha rovinato la scienziata

La Capua prosciolta dall'accusa di essere una "untrice" scappa negli Usa. E gli inquirenti finiscono nel mirino

Il Csm ora indagherà sul pm che ha rovinato la scienziata

Roma - Anni d'inferno, una vita «sfregiata». Ora la virologa Ilaria Capua è stata prosciolta dall'infamante accusa di essere un'«untrice», di trafficare in virus per provocare un'epidemia. Ma il suo cervello è intanto migrato negli Stati Uniti e nulla potrà ripagarla di quanto ha subito.

I suoi accusatori, però, finiscono nel mirino del Csm. E il laico di Fi Pierantonio Zanettin chiede al Comitato di presidenza di Palazzo de' Marescialli di aprire una pratica sul procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo, che ha avviato l'indagine penale e sui giudici che hanno proseguito il suo lavoro, culminato due giorni fa con la dichiarazione: «il fatto non sussiste».

I reati ipotizzati erano gravissimi: ricettazione, somministrazione di medicinali in modo pericoloso, corruzione, zoonosi ed epidemia. Per la Capura c'era il rischio di finire all'ergastolo. Ma il gup di Verona alla fine ha deciso che non c'era nulla di tutto questo.

E ora, se il vertice del Csm darà l'ok, la Prima Commissione dovrà valutare se pm e giudici hanno agito in modo scorretto, «se sussistano profili di incompatibilità, sotto il profilo dell'appannamento dell'immagine di terzietà ed imparzialità», come scrive Zanettin. Tra l'altro, la ricercatrice in un'intervista ha dichiarato «di non essere mai stata interrogata da nessun magistrato».

Ai vertici di Palazzo dei Marescialli il consigliere ricorda il profilo della Capua, nota per i suoi studi sui virus influenzali e, in particolare, sull'influenza aviaria. Proprio lei è stata la prima ad aver isolato il virus H5N1 eppure ha detto «no alle offerte milionarie delle case farmaceutiche per mettere gratis la sua scoperta a disposizione su genBank di tutti gli scienziati del mondo», sottolinea Zanettin. È stata la «prima donna e primo ricercatore sotto i 60 anni a vincere il Penn vet world leadership award, cioè il riconoscimento più importante del pianeta per le discipline veterinarie».

Nel 2013 la virologa, responsabile del Dipartimento di scienze biomediche comparate dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale (Izs) delle Venezie, viene eletta deputato di Scelta civica e poco dopo le crolla addosso l'inchiesta della Procura di Roma su una presunta cessione illecita di virus ad aziende farmaceutiche.

Un'inchiesta che ha radici lontane, cronologicamente e geograficamente. Le accuse partono infatti dagli Usa nel 1999 e da lì vengono allertati i pm di Roma, che nel 2004 avviano le indagini arrivando a formulare le accuse alla Capua, cadute 12 anni dopo perché per il giudice mancano i presupposti per un processo.

Intanto la scienziata, scrive Zanettin, «prostrata dalle lungaggini dell'inchiesta, ha deciso di abbandonare l'Italia ed ha accettato la direzione di un dipartimento di eccellenza all'Emerging Pathogens Istitute dell'Università della Florida». Anche stavolta e per cause giudiziarie, «il nostro Paese ha perso un cervello di grande valore». Rimane, spiegano i colleghi della Capua, il rimpianto per non essere riusciti a trattenere questo talento della nostra ricerca, che ancora molto avrebbe potuto dare alla scienza e all'Italia.

Da Sc applaudono l'iniziativa di Zanettin.

«Ci auguriamo che il Csm voglia aprire al più presto una pratica su Capaldo - dice Giovanni Monchiero, il capogruppo alla Camera - È un caso emblematico e clamoroso di malagiustizia. Non neghiamo il diritto della magistratura di indagare chiunque ma i risultati delle indagini preliminari devono restare segreti, almeno fino a quando non si raccolgano indizi incontrovertibili di colpevolezza».

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