Le culle italiane sempre più vuote. Pure gli stranieri non fanno più figli

In nove anni di crisi economica quasi 120mila nascite in meno Aumentano soltanto quelli nati fuori dal matrimonio (+ 29mila)

Le culle italiane sempre più vuote. Pure gli stranieri non fanno più figli

Un tempo il motto era: tasche vuote, culle piene. Ora invece è: tasche vuote, culle vuote.

È infatti la crisi economica che solo i tecnici vedono alle nostre spalle e non al nostro fianco la responsabile principale del continuo calo delle nascite in Italia, che va avanti dal 2008, proprio l'anno di inizio del rallentamento globale. L'ultimo anno preso in considerazione dall'Istat, il 2017, segna la conferma di una tendenza recentissima. Si appendono meno fiocchi rosa e azzurri anche nelle case in cui almeno uno dei due genitori è straniero. Finora infatti i bambini «etnici» erano stati gli unici a infilare qualche «più» in una sfilza di «meno» rossi.

Eccole, le cifre. Nel 2017 sono stati iscritti nelle anagrafi italiane 458.151 neonati, oltre 15mila in meno rispetto a quelli registrati nell'anno precedente. Negli ultimi tre anni, ovvero a partire dal 2017, il saldo negativo è di oltre 45mila nascite in meno. Se si prende in considerazione il 2008, l'annus horribilis, il calo è di addirittura 120mila unità. Quando eravamo fecondi.

Diminuiscono di mille unità, come detto, i figli di una coppia anche solo straniera per metà. Il calo dal 2012 al 2017 ammonta a 8mila bimbi in meno, e il totale di neonati con un genitore «esotico» scendono sotto i 100mila (99.211, il 2,17 per cento del totale). In calo in particolare i nati da genitori entrambi stranieri: 67.933 nel 2017. Ah, nella classifica delle nazionalità più feconde primeggiano i romeni (14.693 nati nel 2017), davanti a marocchini (9261), albanesi (7273) e cinesi (3.869).

Dietro lo svuotamento delle culle ci sono una serie di fenomeni che sembrano al momento irreversibili. Intanto la diminuzione della popolazione femminile tra i 15 e i 49 anni, che negli ultimi nove anni è calata di 900mila unità. Poi la diminuzione dell'indice di fecondità, con il numero medio di figli per donna sceso dall'1,46 del 2010 all'1,32 del 2017. E pensare che nei primi anni Venti il dato era di 2,5 figli per donna. Poi la crisi del matrimonio: nel 2017 si sono celebrate appena 191.287 nozze, poche di più rispetto al picco negativo di 189.765 del 2014 ma circa 55mila in meno rispetto al 2008. E infatti i nati da coppie coniugate sono diminuiti di 147mila unità negli ultimi nove anni (nel 2017 sono stati 316.543). L'aumento di figli nati da coppie non sposate (+29mila circa rispetto al 2009) non compensa in alcun modo l'emorragia di nascite.

Quanto all'ordine dei figli, diminuiscono moltissimo i primi figli (214.267 nel 2017, un quarto in meno rispetto al 2008) e un po' meno i secondi e i successivi (meno 17 per cento).

Questo vuol dire che molte donne non hanno

più figli: il 22 per cento di quelle nate nel 1977 a fine del ciclo di vita riproduttiva non si sentiranno mai chiamare mamme. Per le nate nel 1960 accadeva solo al 13 per cento e per quelle nate attorno al 1950 all'11,1.

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