La cura Bersani: più tasse per i ricchi
Il centro studi dell'ex leader Pd e di Visco rilancia la patrimoniale e critica la via renziana: sbagliato togliere Imu e Tasi
Il centro studi dell'ex leader Pd e di Visco rilancia la patrimoniale e critica la via renziana: sbagliato togliere Imu e Tasi

Roma - La patrimoniale c'è. Descritta nel dettaglio e anche con le entrate previste: tre miliardi di euro. Tutti da prelevare dalle famiglie con immobili di proprietà. Dentro il piano, tanto per non farsi mancare niente, c'è anche un' imposta di successione più severa.
Per fortuna non è nei piani del governo. Proviene comunque da un think tank nato dentro al Partito democratico: il Nens. Fondazione vicina a Pier Luigi Bersani e, soprattutto, a Vincenzo Visco. Ex ministro delle Finanze del Pd, sempre meno in sintonia con il governo Renzi e, proprio per questo, sempre più influente tra gli oppositori del premier.
La proposta contenuta in un report sulla «revisione dell'imposizione immobiliare» ed è quindi da considerare una ricetta alternativa al progetto del governo di abolire la Tasi e in parte l'Imu. Il paper non nomina Renzi. Ma, commentando l'abolizione delle imposte sulla prima casa voluto da Berlusconi fa una valutazione che può essere applicata anche al piano casa che arriverà con la legge di Stabilità.
Detassare la prima casa è «una forzatura del sistema di tassazione: le prime case infatti non sono tutte uguali; c'è la casa popolare e la grande villa, la condizione economica degli affittuari è (spesso) peggiore di quella di chi è proprietario della casa di abitazione. I giovani hanno meno prime case in proprietà rispetto agli anziani. Il rischio è di detassare i contribuenti più ricchi». Il messaggio è chiaro: Renzi sbaglia direzione. Colpa del «mito della prima casa», che ha colpito anche altri governi. In alternativa, serve una unica imposta comunale calcolata sui valori di mercato dell'immobile, esentando un terzo delle abitazioni e che favorisca gli affitti.
Una riforma fiscale più progressiva, insomma. Ma non è questa la novità. A pagina 24 del piano si spiega che serve una «imposta di tipo patrimoniale». La pagano le famiglie, comprese quelle di fatto. La base imponibile è il valore di mercato di tutti i cespiti posseduti dalla famiglia, inclusi quelli delle società di comodo. Fino a 500mila euro non si paga. Fino a 3 milioni si paga lo 0,25%, da 3 a 5 lo 0,5%, sopra l'1%. Gettito stimato, tre miliardi. Non bastano nemmeno a coprire gli sgravi previsti dalla proposta.
Visco e Bersani prevedono anche una stretta sulla tassa di successione, con la soglia di esenzione che resta a un milione di euro, ma con l'imponibile calcolato sul valore di mercato. E pensare che, non molti anni fa, Bersani si era dichiarato contro la patrimoniale. La linea del vecchio Pd sulle tasse la detta ancora Visco.
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Qui le norme di comportamento per esteso.
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