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Curava i bimbi in Kenya Italiana uccisa dai banditi mentre difende la madre

L'hanno freddata con un colpo di pistola in pieno petto mentre tentava di difendere la madre minacciata da un machete. È morta così sabato sera Rita Fossaceca, 51 anni, medico originario di Trivento (Campobasso) e radiologa all'ospedale di Novara. La donna è stata assassinata a Mijomboni, piccolo villaggio alle porte di Malindi, in Kenya, dove prestava la sua opera per la onlus «For Life», associazione umanitaria che si prende cura di bambini orfani. Il medico si trovava nel Paese africano da un paio di settimane, con i genitori Giovanni e Michelina e lo zio sacerdote, don Luigi Di Lella.Il dramma si è consumato intorno alle 20 locali (le 22 in Italia), quando un gruppo di banditi armati ha fatto irruzione nell'abitazione a scopo di rapina. Volevano denaro e per questo hanno iniziato a picchiare le persone presenti e ad aggredirle con armi da taglio: i genitori della dottoressa, lo zio sacerdote e due infermiere, anche loro di Novara, Monica Zanellato e Paola Lenghini, sono rimasti feriti, ma le loro condizioni non destano preoccupazione.Secondo la ricostruzione fornita dal capo della polizia di Malindi George Loskou, gli aggressori sarebbero riusciti a entrare nella casa, che ha un solido recinto di pietra e una porta di ferro, corrompendo la guardia che sorvegliava gli stabili della zona. Rita Fossaceca, a fronte della furia omicida dei malviventi, ha fatto da scudo ai familiari, ma i banditi hanno aperto il fuoco con una pistola uccidendola sul colpo. Alessandro Carriero, fondatore e presidente della onlus, è ancora sotto shock. Racconta di Rita che «aveva un grande desiderio, portare i genitori in Kenya per fargli vedere quanto si adoperava per i bambini africani. Ci era riuscita dopo tempo perché la madre aveva paura di viaggiare in aereo. Siamo distrutti».Secondo fonti investigative locali, gli autori dell'omicidio farebbero parte della setta dei Mungiki, la peggior piaga del Kenya prima dell'avvento dei jihadisti di Al Shabaab. Nella lingua kikuyu sono «la moltitudine», nati alla fine degli anni Ottanta per combattere il regime corrotto dell'allora presidente Daniel Arap Moi. Nel tempo i corrotti sono diventati loro: capelli rasta, armati di bastoni e machete, taglieggiano e si muovono in perfetto stile mafioso. Non faticano a trovare manovalanza in una nazione che è composta in buona parte da persone sotto i 40 anni, e soprattutto disoccupate. Stando alle stime fornite dal governo di Nairobi il gruppo conta due milioni di affiliati, organizzati in cellule territoriali che controllano qualsiasi attività, persino le onlus.Non è da escludere che quanto accaduto a Mijomboni non sia altro che un avvertimento per convincere le organizzazioni umanitarie a pagare il pizzo per poter continuare a operare sul territorio. La modalità dell'aggressione infatti somiglia all'assalto a Watamu Bay nel resort degli italiani, compiuto sempre dai Mungiki nel febbraio del 2013.Rita Fossaceca abitava da sola a Novara. Il fratello Pierluigi, che vive in Molise, è arrivato ieri sera in Kenya per espletare le pratiche e riportare a casa, forse mercoledì, il corpo della sorella e i genitori.

Messaggi di cordoglio sono arrivati dal governatore della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura e dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che ha ricordato quanto la dottoressa fosse «amata e rispettata per la sua profonda dedizione e il suo impegno a difesa dei più deboli, malati e donne in Africa».

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