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Dai gesuiti al Papa, il tifo del Vaticano

Sostegno da Oltretevere per l'incarico: "Saprà unire la politica"

Dai gesuiti al Papa, il tifo del Vaticano

Già quando si era aperta la crisi di governo, in Vaticano si faceva il nome di Mario Draghi. Una scelta che avrebbe unito il Paese, persona che gode di stima in Italia e all'estero, e che sicuramente, riferiscono dalle sacre stanze, «saprà spendere al meglio le risorse del Recovery Plan». La notizia dell'incarico affidato da Sergio Mattarella a Mario Draghi di formare un nuovo esecutivo è stata accolta «positivamente» Oltretevere. In primis dal Papa che proprio lo scorso luglio aveva nominato l'ex governatore della Bce membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, il think tank vaticano che Draghi aveva già frequentato negli anni passati.

«Un economista esperto, proprio quella personalità di alto profilo invocata da Mattarella e che saprà unire le forze politiche per il bene del Paese», assicurano dal Vaticano.

Lo stesso Bergoglio, nella recente intervista al Tg5 aveva rivolto un invito all'unità. «La lotta politica è una cosa nobile, i partiti sono gli strumenti. Quello che vale è l'intenzione di fare crescere il Paese. Ma se i politici sottolineano più l'interesse personale che l'interesse comune, rovinano le cose».

Il rapporto di Draghi con la Chiesa, e in particolare con i gesuiti, è forte. L'economista non ha mai interrotto il filo che lo lega al mondo cattolico romano. Draghi ha frequentato il prestigioso Liceo Massimiliano Massimo all'Eur, a Roma, e ha mantenuto diverse relazioni con religiosi della Compagnia di Gesù.

In un momento di crisi sociale ed economica legata alla pandemia serve unità, per poi «andare oltre» e formare un governo politico, auspica padre Antonio Spadaro, gesuita, direttore de La Civiltà Cattolica, persona molto vicina al Papa.

«Quello a cui abbiamo assistito - dice - è stato un momento di crisi non solo di governo ma della politica. L'Italia sta vivendo un momento difficile e per uscire da questo pantano in cui ci siamo trovati, Mattarella ha fatto ricorso a una risorsa importante della nostra democrazia. Una persona che ha tanta stima sia nel nostro Paese che in Europa, persona molto seria, capace di aggregare anche forze politiche diverse sulla base di un progetto. L'ideale per la nostra Italia è avere un governo politico - prosegue Spadaro - viviamo una fase di crisi della politica e anche dei singoli partiti. Forse, però, questa fase risulta essere necessaria per poi andare oltre. E Draghi credo rappresenti una certezza capace di affrontare le grandi questioni attuali: vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, rispondere alle esigenze dei cittadini e rilanciare il Paese».

Draghi è «una speranza certificata dalle sue competenze e dalla sua storia di vita» ma «anche le rocce dei giganti si possono sgretolare se i partiti non ritroveranno un'unità nazionale e faranno un passo indietro», gli fa eco padre Francesco Occhetta, grande esperto di politica italiana. «Per i gesuiti - spiega - è un orgoglio averlo avuto come studente e riconoscerlo attento alla nostra tradizione che coniuga giustizia sociale e competenze». D'accordo anche padre Giovanni La Manna, attuale rettore dell'Istituto Massimo.

«Draghi è stato capace di interiorizzare uno degli obiettivi del nostro percorso: individuare il bene non solo a livello personale ma anche a livello comunitario».

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