Dai quadri di "Pig-casso" alla scimmia Warhol. Quando l'arte è bestiale
25 Febbraio 2018 - 09:34Gli animali pittori sono quotati migliaia di euro L'ultimo: un maiale col nome del genio spagnolo

Quale titolo migliore di «Oink» (in inglese, un «grugnito»), per una mostra d'arte pop con un autore come lui? Lui, «Pigcasso» (gioco di parole legato a Pig, maiale in inglese, e il cognome del Pablo pittore più famoso al mondo) è un maiale per davvero. Una femmina. E dipinge. Lo fa intingendo il naso nei colori a tempera, e poi strofinandolo sulla tela, brandendo la testa come un'artista bipede posseduta dal sacro fuoco dell'ispirazione. Il risultato? Certo non dipinti preraffaeliti, ma le sue opere compongono forme impressionanti: una s'intitola «La Balena», e richiama effettivamente la forma del cetaceo; altre ricordano la foggia di un volto umano, altre ancora sono affascinanti commistioni di colori. Paesaggi, precisa qualcuno: e la nota straordinaria è che non manca mai l'autografo personale dell'autrice, cioè il suo naso letteralmente timbrato in calce a tutte le tele. Tele da 2mila euro.
La mostra è partita da Città del Capo, a gennaio, e si prepara a conquistare l'Europa: Londra, Parigi, Berlino Amsterdam. È stata una donna, una vita al fianco degli animali in Sudafrica: Joanne Lefson, a farle da talent-scout. «Ho individuato molto presto il suo talento. E pensare che i colori a tempera erano l'unica cosa che non mangiava». Joanne ha salvato questa maialina dal macello, e ne ha avuto cura fino a esplorare le sue risorse più insospettabili. Perfino la critica blasonata (incluso il critico di punta del Sun Art, Toulouse Le Plot) si è espressa su Pigcasso: c'è chi la accosta a Jackson Pollock per il suo uso della pigmentazione del colore; chi, per la delicatezza delle pennellate, chiama in causa Matisse; e chi infine lo ha già ribattezzato «la Andy Warhol del regno animale». Quel che più conta, tutto sommato, è che il ricavato di originalissime mostre sarà devoluto a una struttura per animali in gravi condizioni in Sudafrica.
Non è senza precedenti, però, il pallino degli animali per l'arte figurativa. Al Maesa Elephant Camp, attivo dal 1976 e primo luogo fra tutti ad aver lanciato nel mondo le opere pittoriche degli elefanti, questi esemplari compongono i loro capolavori da oltre quarant'anni. Il centro si trova appena fuori Chiang Mai, in Thailandia, e ospita una settantina di elefanti. Nello zoo di Phoenix, in Arizona, l'elefantessa Ruby ha dipinto fino alla sua morte, nel 1998, e alcuni suoi quadri sono statti venduti a 50mila dollari.
Ancora, tre tele dipinte dallo scimpanzé Congo nello zoo di Londra vennero esposte accanto a quadri di Renoir e Warhol, e vendute a oltre 14mila dollari. Diverso era dipingere per Cheeta, lo scimpanzé che interpretò le prime saghe cinematografiche di Tarzan vissuto per più di ottant'anni. Per la scimmia-attrice, i pennelli erano un diletto insostituibile. Beveva Coca Cola e suonava il pianoforte, ma guai a distoglierla dalle sue tele e dai suoi colori..
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