Dai tribunali alla politica, la fidata consigliera che ha scalato la Giustizia

L'ascesa: prima magistrato, poi deputata azzurra prima di arrivare a via Arenula

Dai tribunali alla politica, la fidata consigliera che ha scalato la Giustizia
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Quando il nome di Giusi Bartolozzi comincia a circolare nel mondo della politica nazionale se ne parla come della moglie di Gaetano Armao, l'uomo della sfida a Nello Musumeci per diventare governatore della Sicilia con il Terzo Polo che poi è diventato vicepresidente della Giunta regionale con l'ex avversario. Solo che lei, 55 anni, magistrato, un figlio, competenza e determinazione da vendere, ha le idee chiare su come "sfondare" e il suo nome lo vuole in primo piano.

Nata a Gela nel 1969, Giusi consegue l'abilitazione alla professione forense nel 1996, 3 anni dopo supera il concorso in magistratura, è per un periodo a Roma e poi rientra nella sua città come giudice, spaziando dal civile al penale. Nel 2009 si trasferisce a Palermo, dove lavora fino al 2013, quando entra Corte d'Appello di Roma. Raccontano che sia vicina alla corrente moderata di Unicost ma poi appare più interessata alle posizioni di Magistratura indipendente. Comunque si sa destreggiare nell'ambiente, senza farsi notare troppo.

Nella capitale il richiamo della politica si fa forte, anche se le esperienze siciliane accanto al marito l'hanno già formata e le hanno fatto capire molte cose. Con Armao conosce Silvio Berlusconi e il Cavaliere vede la stoffa. Le offre un collegio blindato proprio a Gela, ma lei ci mette molto del suo e triplica i consensi, con il 36% delle preferenze. Entra alla Camera con Forza Italia e diventa segretaria della commissione Giustizia e presidente della Commissione mafia e appalti. Per lei non è abbastanza, vorrebbe più spazio tra gli azzurri nel settore di cui è esperta. Così, dentro Fi dura solo dal 23 marzo 2018 al 12 ottobre 2022. Giusi scalpita e con Armao approda nel gruppo Misto, si parla di un avvicinamento ai renziani, quelli che hanno sostenuto in Sicilia il marito. Lei piuttosto sembra farsi apprezzare a destra, in FdI. Aspetta il suo momento, tessendo i rapporti giusti. Quando vince il centrodestra e Carlo Nordio viene nominato ministro della Giustizia sceglie come capo di gabinetto Alberto Rizzo, che ha conosciuto e apprezzato quando il futuro Guardasigilli era pm a Venezia e l'altro un efficiente collega a Vicenza. Ma un input politico affianca a Rizzo la Bartolozzi, come vicecapo di gabinetto. È lei ad accompagnare il collega Nordio, un po' spaesato nel mondo politico, ai primi appuntamenti istituzionali, alla presentazione del governo in Parlamento, diventando sua guida e fida consigliera. Sempre più potente, quasi un "ministro-ombra", e la sua rapida carriera le crea anche nemici interni al ministero. Fatto sta che diversi dirigenti lasciano via Arenula e lei avanza.

Nel febbraio 2024 diventa capo di gabinetto al posto del dimissionario Rizzo, con tutti i poteri che voleva. Sembra arrivata all'apice, proprio quando il caso Almasri rischia di rovinare la sapiente scalata della bionda toga siciliana.

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