
Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo e leader nazionale del Pd, bacchetta in un'intervista al Giornale l'ex premier D'Alema per la presenza al vertice cinese: "Un tempo D'Alema discuteva con Blair e Clinton".
Il vertice cinese ci restituisce un mondo che minaccia l'Occidente. Quale deve essere la risposta dell'Europa?
"Quel vertice dimostra la volontà di ridisegnare l'ordine globale sulla base della forza e contro il diritto. L'Europa non può rispondere solo con la leva commerciale. L'accordo con Mercosur è importante, certo, ma non basta. Di fronte a chi pratica apertamente la politica di potenza, serve costruire una politica estera comune, una difesa comune, una vera autonomia strategica. È una questione di sicurezza, di sovranità e di futuro".
Che effetto le ha fatto vedere D'Alema a quel vertice?
"Un tempo D'Alema discuteva di politica estera con Clinton e Blair, oggi lo vediamo cercare interlocutori altrove. È una sua scelta. Ma non ci si illuda: da Pechino non è arrivato nessun messaggio di pace. Lì non si è celebrata la cooperazione internazionale, ma la forza di un blocco che vuole minare il multilateralismo. Non era l'esercito della salvezza, era un raduno di potenze che intendono affermarsi contro l'Occidente".
Lei ha usato parole molto dure dopo l'accordo in Campania per la candidatura di Fico. Pensa sia fallito il progetto di Schlein di rottamare i cacicchi?
"Non ho mai amato quella parola. Ho difeso la democrazia interna del partito, non contestato una candidatura in sé. Il punto è semplice: contro le logiche di potere personale non serve ridurre la partecipazione, serve ampliarla. Questo era lo spirito originario del Pd: decisioni collettive, iscritti ed elettori coinvolti. Oggi si rinuncia a quella identità per conservare equilibri di potere. Ma così si allontanano energie e fiducia, non si costruisce rinnovamento".
Condivide la linea di Decaro sul no a Vendola?
"Antonio Decaro ha dimostrato di avere radicamento, capacità e visione. Sono certa che farà la scelta giusta. Per la Puglia rappresenta senza dubbio la candidatura più solida e innovativa che possiamo esprimere. In un'area che sta dimostrando di poter crescere e attrarre investimenti, serve una guida riformista, capace di parlare al futuro, non al passato".
Alcuni parlamentari Pd andranno a Gaza con la flottiglia. Lei condivide la scelta?
"Ho grande rispetto per chi si mette in gioco per alleviare le sofferenze dei civili di Gaza. È un gesto coraggioso, che dimostra quanto la politica non debba essere solo discussione nelle aule, ma anche testimonianza concreta. Mi auguro che questa mobilitazione riesca a stabilire una rotta umanitaria stabile, perché oggi è più urgente che mai. Tre dei parlamentari sono anche colleghi europei: da parte mia mi batterò in ogni sede per garantire che abbiano il massimo sostegno e la massima protezione possibile".
Ha letto dell'attentato sventato a Viterbo. Crede sia figlio dell'antisemitismo dilagante?
"Dobbiamo attendere le indagini per avere un quadro chiaro. Ma una cosa è certa: hanno provato a colpire il cuore forte e popolare dell'Italia. Non ci piegheranno e non ci intimidiranno. L'antisemitismo è sicuramente una componente, ma è parte di qualcosa di più ampio: un sentimento antidemocratico che attraversa diversi Paesi e che si alimenta di odio, di intolleranza, di violenza.
Combatterlo significa difendere la convivenza civile e i valori stessi della democrazia. Vorrei fare un plauso alla nostra intelligence, ai Carabinieri e alla Polizia di Stato perché se oggi parliamo di pericolo scampato lo dobbiamo alla loro preparazione e al loro senso del dovere".