È una tassa progressiva (quanto basta) non una livella ammazza redditi bassi. Con la flat tax chi guadagna di più paga di più, anche in percentuale. È equa se, come avevano previsto gli economisti liberali che l'hanno inventata, viene accompagnata da una buona spesa pubblica. È realizzabile senza scardinare i conti dello Stato, se viene realizzata eliminando tanti micro bonus fiscali che si sono accumulati negli anni. Prebende elettorali che hanno appesantito la burocrazia fiscale senza dare benefici.
La flat tax è inevitabilmente finita nel tritacarne della vigilia del voto. Proposta forte del centrodestra, anche ogni partito della coalizione ha la sua ricetta. Bersaglio della sinistra, ma anche dell'informazione. Queste le principali obiezioni e le relative risposte.
È ANTICOSTITUZIONALE?
Vero che l'articolo 53 della Costituzione, prevede che il sistema debba essere «informato a criteri di progressività». Ma è anche vero che a decidere chi risponde a questo criterio è una formula precisa, non la politica. Un sistema tributario è tale se l'aliquota più alta è sempre maggiore dell'aliquota media.
PERCHÉ È PROGRESSIVA
La flat tax del centrodestra prevede una no tax area: sui primi 12mila euro di reddito non si pagano imposte. Ne consegue che i redditi bassi pagano un'aliquota media più bassa rispetto a chi ha redditi alti. Con un'aliquota unica al 23%, una famiglia con un reddito da 24mila euro pagherà un'aliquota media dell'11,5%. Con il sistema in vigore l'aliquota media è intorno al 20%. Percentuale che con la Flat tax si raggiunge con un reddito di 100mila euro. La percentuale della tassazione effettiva con la flat tax si alza con l'aumentare del reddito e si avvicina all'aliquota unica, senza mai raggiungerla. È rispettata la definizione di progressività.
NON È EQUA?
Vero da un certo punto di vista. Il sistema attuale punisce in misura maggiore i redditi più alti. Ma lo scopo della flat tax, è che il fisco non debba servire a redistribuire reddito, ma a finanziare i servizi. L'equità si raggiunge in altro modo, con sostegni ai più poveri, servizi e con il welfare. Su questa scelta si fonda la principale differenza tra moderati e sinistra tradizionale nell'era moderna.
E GLI INCENTIVI ALLE IMPRESE?
Lo spirito della flat tax è proprio quello di sostenere la produttività (anche a scapito di un po' di progressività). Gli incrementi di reddito diventano più convenienti, proprio perché si pagano meno imposte. Oggi un lavoratore può avere interesse a non fare aumentare le sue entrate oltre una certa soglia (o a non dichiararle) per evitare il salto a una aliquota marginale superiore. Con la flat tax, l'aumento dell'aliquota media è più graduale e non c'è nessun disincentivo ad «arricchirsi». Un aiuto alla crescita.
LE COPERTURE
È il nodo più complesso. La proposta di Forza Italia prevede una mix di coperture. Tra queste, il recupero di gettito fiscale. La propensione a pagare le imposte aumenta con il diminuire della pressione fiscale. Ma la copertura principale è quella che attinge alle cosiddette spese fiscali.
Le tax expenditures, bonus fiscali, spesso di interesse molto limitato, che potrebbero essere tagliati o eliminati, trasferendo il beneficio da pochi contribuenti al complesso del sistema economico. Sono 296 bonus fiscali che valgono 175 miliardi. Risorse da redistribuire, almeno in parte, a tutto il sistema economico. Anche in questo caso è un principio guida delle policy liberali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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