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Dalle sardine ora nasce un partito. Ecco il "movimento dei filosofi"

Un gruppo di fuoriusciti delle sardine fonda "Oltre": "La piazza va bene, ma poi occorre passare alla proposte"

Dalle sardine ora nasce un partito. Ecco il "movimento dei filosofi"

Si chiama Oltre, si ispira (o è ispirato da) al filosofo e politico Massimo Cacciari, ha la farfalla evocata da Liliana Segre come simbolo ed è un nuovo movimento che alcuni fuoriusciti dalle Sardine hanno presentato venerdì pomeriggio (19 maggio) all’Ostello Bello di via Medici a Milano. Non è vero, come è stato scritto, che i leader siano tutti giovani. Anzi. Il Presidente, il drammaturgo Franz Di Maggio, il tesoriere, Carlo Ringressi, e il capo del programma politico, l’architetto Carlo Grossi, non sono proprio dei ragazzini: il più giovane del tre ha 54 anni. C’è perfino uno di loro che non nasconde una nostalgica simpatia “per il vecchio partito repubblicano”. È vero invece che, insieme al portavoce, l’avvocato Marco Ladu, alla responsabile della comunicazione on line Serena Curtosi, al vicepresidente, lo chef umbro Luca Montali, alla segretaria nazionale Alessandra Marau e al capo della tecnologia Josè Domingo Combi, hanno dato un bel calcio nei denti al capo delle sardine Mattia Santori, sempre più vittima di fronde interne che lui stesso, resta da capire se consapevolmente, provoca e aizza.

I promotori di Oltre non ne potevano più di “protestare e basta. La piazza va bene, ma poi occorre passare alla proposte”, incita Di Maggio. Fu proprio Il Giornale il primo maggio a raccontare con un piccolo “reportage” interno, le spaccature, i litigi, le correnti, le conte dei voti, le imposizioni dall’alto, i campanilismi, di quello che si proponeva come movimento giovanile filo sistema di lotta ma soprattutto di governo. Santori padrone assoluto, Santori ambizioso, Santori “inadeguato per andare in tv a rappresentarci”. Ma nulla lo smosse. Ed è ancora lì, pronto a candidarsi come gli avrebbero promesso, alle prossime elezioni comunali a Bologna, in una lista civetta del Pd. In realtà a quanto risulta al Giornale, già Bonaccini gli fece credere che gli avrebbe volentieri affidato l’assessorato allo sport in Regione in cambio dell’appoggio elettorale. Poi non se fece nulla. “Per fortuna”, dice un piddino dell’Emilia Romana.

Insomma, il fuoco covava sotto le ceneri e, vista la mancata defenestrazione di Santori e la disillusione politica, un gruppone di dissidenti ha mollato il colpo convinto che fondando un nuovo movimento, si avvierà una nuova stagione. “Nel senso che porteremo avanti regole con valori. E valori con regole” dice il portavoce Marco Ladu. È quando si entra nei meandri delle intenzioni di schieramento e nei programmi che la faccenda si complica, un po’ come nelle assemblee studentesche dei primi anni settanta: le nebbie allontanano la possibilità di capire chi sono e dove vogliono andare. “Più idee e meno ideologie” propone Di Maggio. “Noi seguiamo alla lettera chi ci ha ispirato e chi ci ispira: il filosofo Massimo Cacciari. Il problema politico italiano è più filosofico che culturale. Non siamo né di destra né di sinistra. Ci riferiamo ad Aristotele e a Platone. E alla Primavera di Praga di Václav Havel”. Un bel mischione, insomma, in cui “il politico deve ascoltare il filosofo” dove “l’etica è la priorità e il populismo sovranista il nemico” perché “la politica deve essere il bilanciamento tra regole e valori”. Come realizzare queste parole d’ordine? Con il programma. Profuso e firmato dall’architetto Carlo Grossi, è la sintesi tra le intenzioni riformatrici dei rapporti tra Stato e Regioni del Referendum fallito di Matteo Renzi e i capisaldi del programma politico del Pd, con particolare attenzione allo ius soli e all’abolizione della Bossi Fini . “Comunque entro certi limiti io non ho problemi a parlare con uno di destra”, ha chiosato Grossi. Il metodo sarà quello del dialogo nel territorio, dove Oltre ha già numerose federazioni, perché “dal territorio partiremo. Dobbiamo confrontarci con le persone per capire i loro problemi concreti”. Benissimo, lo sapete, vero, che non sono pochi i “territori” in cui i nemico sovranista spopola con percentuali stellari? Dialogherete anche con i partiti di destra? “Siamo aperti. Nel nostro programma c’è la parola sicurezza, ma non si combatte il populismo con un altro populismo” risponde Di Maggio.

“Certo” aggiunge il portavoce Marco Ladu: "Però per noi non è semplice poter parlare con la Lega”.

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