Dallo statuto del M5S sparisce il limite dei due mandati

Nel nuovo statuto del M5S che verrà messo a votazione il prossimo 10-11 marzo manca il limite dei due mandati tanto caro a Beppe Grillo

Dallo statuto del M5S sparisce il limite dei due mandati

Niente tetto dei due mandati. Questa è la principale novità del nuovo statuto del Movimento 5 Stelle che verrà messo a votazione il prossimo 10-11 marzo.

Il nuovo statuto contiano, si legge sul Corriere della Sera, rispetto alla versione precedente che è stata "congelata" dal tribunale di Napoli recepisce i rilievi mossi dalla Commissione di garanzia per gli Statuti così da poter accedere al finanziamento del due per mille. "Posto che le indicazioni per ottenere il due per mille richiedono che i requisiti per le candidature siano disciplinate in via diretta dallo statuto, è sintomatico che il testo in votazione non preveda il tetto dei due mandati; limite di mandati che invece è previsto, ad esempio, nello statuto del Pd", spiega l'avvocato Lorenzo Borré. Nello statuto dei dem, infatti, ci sono due passaggi molto dettagliati (articoli 25 e 28) sulle regole per le candidature. Dettagli che mancano nello statuto grillino, sebbene il decreto legislativo 149 del 2013 che disciplina il due per mille prevede all'articolo 3, comma 2, lettera l che vengano indicate "le modalità di selezione delle candidature per le elezioni".

Quello del tetto dei due mandati è un nodo ancora irrisolto da parte del leader Giuseppe Conte tant'è vero che anche nel testo dello statuto approvato lo scorso agosto mancava un'indicazione chiara a tal proposito. All'epoca, però, il Movimento non aveva ancora deciso di aderire ai fondi del due per mille e, pertanto, non era necessario dirimere la questione. Anzi, si era deciso di affidarsi a regolamenti extra statutari, che ora non sono compatibili con la situazione attuale. I Cinquestelle, ora, hanno due strade: emendare il testo al voto oppure modificare nuovamente lo statuto prima delle Politiche del 2023 così da lasciare intatta quella che Beppe Grillo considera una regola aurea del Movimento.

La nuova versione dello statuto all'articolo 7 contempla, invece, le Parlamentarie, ossia una "consultazione in rete" con cui si votano "le proposte di autocandidatura presentate dagli iscritti". Intanto Conte, in vista delle prossime comunali, agita il fontre progressista con dichiarazioni che mettono in allarme i lettiani:"Possiamo anche parlare di politiche astratte, come la questione del campo largo, ma - avverte 'l'avvocato del popolo' - se questo significa solo confrontarsi su politiche annacquate allora noi non ci stiamo".

Parole che non sono piaciute in casa Pd, dove è forte anche la preoccupazione per la cena che Conte avrebbe avuto con Marco Travaglio e Alessandro Di Battista. L'ex deputato grillino, però, sembra intenzionato a non rientrare nel M5S finché il Movimento appoggerà il governo Draghi. Ad alimentare un clima teso tra i pentastellati c'è anche la comparsata che Davide Casaleggio avrebbe fatto a Palazzo Madama per incontrare la capogruppo Mariolina Castellone.

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