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Dario Franceschini, un ministro per tutte le stagioni

Nato e cresciuto politicamente dentro la Dc, Dario Franceschini è stato sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel D'Alema-bis e ministro sotto i governi Letta, Renzi e Gentiloni

Dario Franceschini, un ministro per tutte le stagioni

Dario Franceschini, uno dei più ferventi sostenitori della nascita del governo giallorosso, torna a guidare il ministero dei Beni Culturali e si riprende la delega al Turismo, proprio come aveva fatto negli esecutivi Renzi e Gentiloni.

Franceschini, classe 1958, nasce, studia e si forma politicamente a Ferrara dove si laurea in Giurisprudenza con una tesi in Storia delle Dottrine e delle Istituzioni politiche. Diventa avvocato civilista nel 1985, ma è l'impegno nella Democrazia Cristiana che accompagna tutta la sua giovinezza. Inizia nel 1974 dando vita all'interno del liceo Scientifico "Roiti" di Ferrara all'Associazione Studentesca Democratica e, quando Benigno Zaccagnini diventa segretario, si iscrive alla Democrazia Cristiana dove muove i primi passi come delegato provinciale dei giovani diccì. Nel 1980 viene eletto consigliere comunale di Ferrara e tre anni dopo diventa capogruppo consiliare. L'anno successivo entra nella direzione nazionale del movimento giovanile dc e fonda il mensile "Nuova Politica". Alle Comnali del 1985 e del 1990 viene candidato come capolista dello Scudocrociato e risulta il primo degli eletti. Dopo il crolla della Dc, non entra subito nel Pppi in dissenso con la decisione dei popolari di percorrere la via del "terzo polo". Lui, fin dall'inizio della Seconda Repubblica, è favorevole alla nascita del centrosinistra e così aderisce ai Cristiano Sociali, mentre nel '94 assume la carica di assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Ferrara.

Franceschini, dopo la scissione di Buttiglione e la scelta del Ppi di entrare nella coalizione dell'Ulivo, aderisce al partito e ne diventa il vicesegretario nazionale. Entra a far parte del secondo governo D'Alema come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Riforme Istituzionali, incarico che mantiene anche nel governo Amato. Nel 2001 Franceschini viene eletto nel Collegio maggioritario di Ferrara tra le fila dell'Ulivo ed è tra i fondatori della Margherita, partito di cui coordinatore dell'esecutivo nazionale. Rieletto nel 2006, assume l'incarico di presidente del gruppo dell'Ulivo alla Camera. Nel 2007, con la nascita del Partito Democratico, il neosegretario Walter Veltroni lo vuole accanto a sé come vice. Dopo le dimissioni di Veltroni, presentate a seguito della sconfitta alle Regionali in Sardegna, Franceschini viene eletto segretario ad interim del Pd con 1047 voti dall'Assemblea nazionale del partito. Alle prime del 2009 l'ex popolare perde la corsa alle segreteria a vantaggio del vincitore Pier Luigi Bersani, il quale poi lo vorrà come capogruppo alla Camera. Franceschini sarà 'bersaniano' fino all'avvento di Matteo Renzi con cui suggella un idillio alquanto breve. Giusto il tempo di svolgere il ruolo di guida del Mibact sotto il suo governo e sotto l'esecutivo di Paolo Gentiloni. Era stato, invece, ministro per i Rapporti con il Parlamento con Enrico Letta a Palazzo Chigi.

Franceschini ha, inoltre, pubblicato cinque romanzi tra cui Nelle vene quell'acqua d'argento e Daccapo, tradotti in Francia.

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