
TikTok, i dazi e il dossier ucraino sono al centro dei colloqui tra Donald Trump e Xi Jinping, che ieri mattina si sono sentiti per quella che entrambi hanno definito una telefonata produttiva e costruttiva. "Abbiamo compiuto importanti progressi su molti temi, incluso il commercio, il fentanyl, la necessità di mettere fine alla guerra fra Russia e Ucraina e l'approvazione dell'accordo per TikTok", afferma il presidente americano esprimendo la sua "gratitudine" alla controparte del Dragone in merito alla spinosa questione della piattaforma di video brevi, di proprietà della cinese ByteDance.
Sull'app è stato raggiunto un accordo quadro fra i negoziatori dei due Paesi e secondo indiscrezioni le attività americane saranno rilevate da un consorzio di investitori che include Oracle e avrà l'80% della nuova società creata per tali operazioni. Il tycoon ha anche confermato che incontrerà Xi al vertice Apec in Corea del Sud il mese prossimo, e si recherà in Cina all'inizio del nuovo anno, mentre Xi verrà negli Stati Uniti "al momento opportuno". Anche Pechino ha parlato di un colloquio "positivo e costruttivo": il leader del gigante asiatico, tuttavia, ha chiesto al comandante in capo di evitare restrizioni commerciali "unilaterali" e di preservare un clima "non discriminatorio" per le aziende cinesi come TikTok.
L'attesissimo scambio ha avuto luogo mentre proseguono i negoziati commerciali tra le due potenze, che hanno concordato una tregua fino al 10 novembre sui dazi reciproci, e in un momento in cui il destino di TikTok negli Usa rimane irrisolto. Washington dovrebbe "evitare di imporre misure commerciali restrittive unilaterali, in modo da non compromettere i guadagni ottenuti in diversi round di negoziati", ha avvertito Xi, mentre riguardo il social media, ha invitato Washington a "fornire un ambiente imprenditoriale aperto, equo e non discriminatorio per le aziende cinesi che investono negli Stati Uniti". Per ora non è stato annunciato alcun accordo definitivo sul futuro della piattaforma, ma Trump ha dichiarato a Fox News che le due parti sono "molto vicine a raggiungere un'intesa su tutto".
Quella di ieri è stata la seconda conversazione telefonica tra i due dall'insediamento del tycoon il 20 gennaio, e la terza dall'inizio dell'anno. Intanto, sullo sfondo dei negoziati con Xi, il Washington Post ha riferito che l'inquilino della Casa Bianca ha rifiutato di approvare oltre 400 milioni di dollari in aiuti militari a Taiwan. La decisione potrebbe ancora essere ribaltata, ma per ora rappresenta un'inversione di rotta nella politica statunitense nei confronti dell'isola che Pechino rivendica come proprio territorio. Gli Usa hanno smesso di riconoscere diplomaticamente Taiwan a favore della Cina nel 1970, ma sono il principale fornitore di armi all'isola, mentre il Dragone considera Taipei una delle sue province e non ha escluso l'uso della forza per prenderne il controllo. Sotto la presidenza di Joe Biden, Washington ha approvato oltre 2 miliardi di dollari di aiuti militari a Taiwan, ma Trump "non sostiene l'invio di armi senza compensazione finanziaria, una preferenza espressa anche con l'Ucraina", ha osservato il quotidiano.
Funzionari della difesa dei due paesi si sono incontrati ad agosto ad Anchorage, in Alaska, e secondo il Wp hanno discusso un accordo sulle armi "che potrebbe ammontare a diversi miliardi di dollari", inclusi droni, missili e sensori per monitorare la costa dell'isola. La Casa Bianca, da parte sua, tramite un funzionario ha fatto sapere che la decisione sul pacchetto di aiuti da 400 milioni non è stata ancora finalizzata.