Ddl Zan, ecco chi sono i traditori giallorossi

In Senato si fanno i nomi dei parlamentari del Pd che avrebbero "tradito" Enrico Letta sul ddl Zan. La fronda cattolica ha deciso di ascoltare il Vaticano

Ddl Zan, ecco chi sono i traditori giallorossi

Qualche defezione del Partito Democratico c'è stata eccome: questa è la spiegazione maggioritaria tra quelle che circolano sulla votazione relativa al Ddl Zan.

Tra i corridoi del Senato, si fanno i nomi delle senatrici Valeria Fedeli, Valeria Valente e dei senatori Stefano Collina e Dario Stefano. Ma di senatori del Pd che hanno votato in maniera contraria a quanto indicato da Enrico Letta e compagni ce ne sarebbero almeno altri tre. Quei 24 voti di scarto, altrimenti, si spiegano con difficoltà. E il resto delle defezioni potrebbe essere attribuito ai grillini. I pentastellati, del resto, non sono mai stati un coro unanime in materia bioetica e affini.

Il segretario del Partito Democratico non ha voluto dialogare con le forze del centrodestra sul merito del disegno di legge. Questo è avvenuto nonostante Lega e Forza Italia avessero manifestato una ferma volontà di discutere, pur di approvare una legge in grado di contrastare l'omofobia. Anche Italia Viva di Matteo Renzi, a dire il vero, si era detta disponibile ad una revisione parziale del testo di Zan, con la proposta di Scalfarotto. Il testo dal quale, l'onorevole Lella Paita, ad esempio, chiede ora di ripartire. Il punto di caduta, tuttavia, è rimasto il profilo ideologico della proposta. Ma pure su quell'aspetto Letta non ha voluto sentire ragione. E oggi il Ddl Zan è affondato.

Pallottoliere alla mano, è possibile dire che anche nel partito che ha sede nel nazareno non esisteva una vera e propria unanimità sul provvedimento. "È vero - vocifera una fonte de ilGiornale.it, tra gli addetti ai lavori - quella di oggi è una vittoria dei cattolici del Pd". Il Vaticano, del resto, era stato chiaro sul punto. E tanti appelli sono arrivati ai parlamentari cattolici durante i mesi in cui è andata avanti la discussione politica. Tra questi moniti, proprio quello proveniente dalla Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicata da Il Giornale in un articolo a firma di Felice Manti.

L'ex Sant'Uffizio aveva spiegato quale dovesse essere il corretto atteggiamento che un parlamentare di fede cattolica avrebbe dovuto tenere nei confronti del ddl Zan. Stando ai numeri che sono emersi oggi a Palazzo Madama, verrebbe da dire che più di qualche senatore piddino, magari cattolico, ha deciso di dare ascolto a quell'appello o comunque di procedere in senso opposto all'ostruzionismo portato avanti da Enrico Letta e dal MoVimento 5 Stelle, che ha chiuso a sua volta qualunque linea per il dialogo.

Decisiva, per l'esito della votazione, è stata la compattezza del centrodestra. Pochissime defezioni tra gli scranni di Forza Italia, Lega e Fdi, che si sono espressi, loro sì, all'unanimità. Forse uno dei due voti di astensione proviene da quelle fila, ma niente più. Al massimo si è verificato un solo voto contrario alla "tagliola". Poi, oltre a questo dettaglio, c'è il caso del senatore Elio Vito che, avendo annunciato da tempo di votare con il Pd, aveva pure dichiarato che avrebbe lasciato l'incarico in Forza Italia in caso di passaggio della "tagliola" con il supporto del centrodestra.

Per quel che riguarda il centrosinistra, qualche mal di pancia era emerso in tempi non sospetti. L'ex ministro Valeria Fedeli, ad esempio, aveva già dichiarato di essere quantomeno dubbiosa sulla natura del testo, pur sottolineando che, per ragioni legate alla necessità di non dividere il Pd, avrebbe votato comunque. Ma le cose potrebbero essere andate in maniera diversa.

Al netto dei "sospetti" ventilati su Repubblica, per quel che riguarda Italia Viva, invece, tra i corridoi del Senato non si parla di defezioni: dal partito fondato dall'ex premier fanno sapere di aver votato

in maniera compatta con il Pd. Qualche franco tiratore, come premesso, potrebbe risiedere tra le fila del MoVimento 5 Stelle. Sono sedici, del resto, i voti che mancano ai giallorossi rispetto ai conti che erano circolati.

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