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Ddl Zan, diktat di Letta ai ribelli del Pd. E spunta anche la legge sull'eutanasia

Il segretario deciso: "Non ripeto lo sbaglio del 2007 sulle coppie di fatto, la legge si vota così com'è". A breve un altro incontro

Il segretario del Pd Enrico Letta
Il segretario del Pd Enrico Letta

Voto segreto alla Camera, voto segreto atteso anche al Senato. È forte la sensibilità dei temi toccati dal ddl Zan sull'omotransfobia, norma penale che solleva dubbi a sinistra e nel centrodestra sulla tutela di libertà di espressione, educazione, religione, oltre che sulle definizioni poco chiare di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere. Ma nonostante le perplessità di numerosi esponenti del Pd al Senato, il segretario Enrico Letta, in sintonia con Giuseppe Conte e i «suoi» Cinque stelle, non si smuove di un millimetro, in un muro contro muro che ignora il ddl del centrodestra e non prevede modifiche al testo approvato alla Camera.

Secondo Letta è in gioco l'identità del Pd oltre che la sua capacità di intercettare lo spirito del tempo. Nel guanto di velluto dell'incontro concesso martedì scorso al gruppo dem al Senato, la sostanza è il pugno di ferro sul Pd: «Non ci sono più le condizioni politiche per un terzo passaggio parlamentare. Mi assumo la responsabilità di chiedervi di approvare la legge così com'è». Un richiamo secco alla disciplina di partito, rafforzato dalla consapevolezza generale che i filorenziani non sono granché amati e che a breve arriverà anche l'ora delle liste elettorali.

Il ddl contro l'omofobia presentato dal centrodestra, Forza Italia e Lega, al Nazareno è considerato una manovra diversiva per far impantanare il ddl Zan. Se l'attacco diretto di Letta è solo contro il partito di Matteo Salvini («Il Pd non si deve far mettere i piedi in testa da idee retrograde della Lega»), il motivo sta nella speranza di spaccare il centrodestra, corteggiando l'ala liberal di Fi che votò a favore nel novembre scorso, durante il Conte bis: «L'Italia deve fare un passo avanti di civiltà».

Nel pieno di questo scontro interno al Pd e alla maggioranza Draghi, alla Camera è stato depositato anche il testo base sul fine vita e l'eutanasia, altri argomenti incandescenti, dai relatori Alfredo Bazoli (Pd) e Nicola Provenza (M5s). Dal Nazareno replicano che «sono due questioni diverse e che questo ddl sul fine vita andrà valutato nel merito». Ma il centrodestra è già all'attacco, perché è indubbia e nemmeno nascosta l'intenzione di forzare la mano sui temi etici.

Letta lo ha spiegato con chiarezza ai senatori che lo hanno incontrato per chiedergli di poter modificare il ddl Zan. «Non ripetiamo lo stesso errore che abbiamo fatto nel 2007 sulle coppie di fatto». Nel tentativo di convincere i riluttanti (che hanno chiesto e ottenuto un secondo incontro perché tanto numerosi da non aver tutti avuto il tempo di intervenire), ha ricordato proprio il 2007, quando da sottosegretario alla presidenza del governo Prodi tentò inutilmente di compattare il centrosinistra sulla legge sulle coppie di fatto (i Dico) sostenuta da Rosy Bindi: «Faticai moltissimo senza trovare una posizione condivisa. Proprio riflettendo su quest'esperienza mi sono convinto che è stato un errore cedere a quella parte della classe dirigente che non aveva la sensibilità culturale per comprendere dove passava la contemporaneità. Non ci fu sufficiente coraggio. Non voglio ripetere lo stesso errore».

Parole che fanno sussultare Andrea Marcucci: «Coloro che hanno dubbi sul disegno di legge non vanno demonizzati». C'è chi è soddisfatto dell'incontro, come Valeria Fedeli: «È la prima volta che siamo ascoltati su questi temi. Ormai siamo fuori tempo massimo, nonostante dubbi, limiti ed errori non possiamo rischiare di disperdere il lavoro del Pd». Hanno chiesto modifiche, oltre alla Fedeli, Stefano Collina, Mino Taricco, Valeria Valente. Altri lo faranno.

Ma la risposta è già arrivata: un secco no.

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