La decrescita del Pil ci costa cinque miliardi

La decrescita del Pil ci costa cinque miliardi

L'ombra della recessione comincia a spaventare i partiti di governo. L'Istat ha certificato che il terzo trimestre 2018 ha avuto crescita negativa e lo stesso ci si attende per l'ultimo. L'economia italiana si sta avviando quindi verso una stagione di vento sfavorevole, ma quanto ci costa e come cambia le politiche di governo il Pil negativo? La rispostaè facile: molto. Il governo ha indicato un valore tendenziale di crescita dello 0,9% nel 2019 e ha pronosticato un obiettivo programmatico pari all'1,5 per cento. A quanto pare questo obiettivo, già criticato da tutti gli enti nazionali e sovranazionali, è davvero lontano da raggiungere, praticamente impossibile Se non dovesse essere centrato, si creerebbe uno squilibrio dei conti pari a 5 miliardi di euro. Se invece il dato rimanesse inchiodato ad un livello dell'1% o poco meno (è la stima ad esempio di Intesa San Paolo, che proprio ieri ha evidenziato ulteriori rischi al ribasso) allora andrebbe valutato l'impatto di quello 0,6 per cento che non si è materializzato.

In condizioni normali, la minor crescita porta con sé entrate fiscali più basse e maggiori spese per lo Stato ad esempio sotto forma di ammortizzatori sociali: approssimativamente si traduce in un incremento del disavanzo di circa la metà.Il risultato è che il governo ha scommesso su una manovra economica con il vento a favore. Sta accadendo il contrario.

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