Alla fine la soluzione al rebus non sarà un Def dimezzato. Semmai, il Documento di economia e finanza che il governo deve preparare al massimo entro la fine di aprile, sarà dopato. Nel senso che registrerà generosamente gli effetti del decreto Crescita e su quelli si baserà per fare quadrare i conti. La voce circola da giorni, ma ieri la ricetta del ministro dell'Economia Giovani Tria (appoggiato dalla Lega) ha preso consistenza ed è stata arricchita da cifre. In sintesi, il Documento di economia e finanza avrà un quadro tendenziale con previsioni di crescita a legislazione vigente vicino allo zero. Prudenza necessaria per ottenere la validazione del quadro macroeconomico dall'Ufficio parlamentare di bilancio e poi dalla Commissione europea.
Ma ci sarà anche il quadro programmatico. Quello che preoccupava molto il dicastero di via XX settembre perché dovrà fare i conti con i conti traballanti del 2020. Ma conterrà anche una stima degli effetti sull'economia del decreto Crescita, che nella maggioranza definiscono «pesantissimi». In tutto lo 0,6% del Pil. Quanto basta per neutralizzare parte della manovra, tra aumenti Iva da evitare e costo delle nuove politiche di governo.
Il provvedimento sarò esaminato al Consiglio dei ministri di venerdì. Ci saranno il rilancio degli investimenti privati e pubblici (450 milioni per Province e Comuni), semplificazioni e misure per l'internazionalizzazione e l'attrazione degli investimenti. Poi il super ammortamento al 130% per i beni strumentali.
Nelle bozze circolate ieri c'è una misura destinata a fare discutere la maggioranza. Secondo l'agenzia AdnKronos il provvedimento contiene un bonus per la valorizzazione dell'edilizia. Le imprese di costruzione o di ristrutturazione immobiliare che acquistano e, entro i successivi 10 anni, demoliscono e ricostruiscono un edificio potranno beneficiare di diversi incentivi: una tantum di 200 euro per l'imposta di registro e le imposte ipotecaria e catastale; possibilità di variazione volumetrica e alienazione rispetto al fabbricato preesistente.
È il piano casa del governo Berlusconi, che permetteva a chi demoliva e ricostruiva secondo criteri di risparmio energetico un premio in volumetria. C'è da scommettere che la misura verrà impallinata, come era successo con il presunto condono, bloccato dal Movimento 5 stelle.
Per Tria si annunciano settimane difficili. Il decreto Crescita, catalizzatore delle tensioni di maggioranza e della voglia di protagonismo contrastante dei Cinque stelle e della Lega. Poi il Def, a rischio bocciatura da parte della Commissione Ue. «Il governo continua incredibilmente a tacere sulle cifre», ha protestato Renato Brunetta di Forza Italia.
Poi c'è il decreto Banche che, dopo l'ultimatum di Salvini di lunedì, ha tenuto banco anche ieri. «L'ipotesi che» il ministro dell'Economia «non firmi» i provvedimenti per i rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche «per me non esiste nemmeno. Il ministro dell'Economia di questo governo non solo deve firmare quei decreti in tempi rapidi, ma deve anche essere felice di farlo.
Ci parlerò io, mi occuperò personalmente di questa questione», ha rilanciato il vicepremier e leader pentastellato Luigi Di Maio. Il viceministro dell'Economia Laura Castelli, anche lei M5s, rassicura: «Ci sono alcune riunioni tecniche, ma bisogna chiudere».
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