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Decreto Irpef, la Rai chiede aiuto al presidente Mattarella

Prima ancora di finire di sistemare gli scatoloni del trasloco al Quirinale, il presidente della Repubblica dovrà chiedere al Consiglio di Stato un parere sul prelievo forzoso imposto alla Rai

Decreto Irpef, la Rai chiede aiuto al presidente Mattarella

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo aveva detto: "il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini". Ed, evidentemente, anche la Rai si sarà sentita un po' coinvolta visto che la difficoltà e la speranza vanno ormai a braccetto nella tv di Stato. E il capo dello Stato, mentre Matteo Renzi pensa e ripensa a come rivoluzionare il servizio pubblico, dovrà occuparsi delle annose questioni di viale Mazzini.

Secondo quanto riferito dall'agenzia il Velino, infatti, la tv di Stato - come da mandato del cda del 19 novembre scorso - ha depositato entro il 31 gennaio un ricorso straordinario al presidente della Repubblica per verificare la legittimità costituzionale del decreto Irpef/Spending Review del 24 aprile 2014. Un decreto che ha creato non poche difficoltà, visto il prelievo forzoso dalle casse Rai di 150 milioni.

Se ne è discusso più e più volte, ma la soluzione sembra essere ancora lontana. All'inizio il Cda aveva valutato l'ipotesi di un ricorso al Tar o al giudice ordinario, ma ora, invece, sembra che sulla spinosa vicenda, dovrà pronunciarsi il presidente Mattarella, che prima ancora di finire di sistemare gli scatoloni del trasloco al Quirinale, dovrà chiedere al Consiglio di Stato un parere di merito sul prelievo imposto dal governo alla Rai.

Il 12 giugno scorso il Cda ha anche visionato il parere legale ("tiepido" e "interlocutorio") chiesto al professor Enzo Cheli, costituzionalista ed ex presidente dell’AgCom. Ed è stato ascoltato anche il costituzionalista, Alessandro Pace, che l’illegittimità costituzionale del quarto comma del decreto l’ha considerata "manifesta". Ma Pace invitava esplicitamente il settimo piano a rivolgersi al Tribunale Civile di Roma.

Eppure, il settimo piano ha preferito mettersi nelle mani di Mattarella. Piuttosto che buttare tutto alle ortiche, meglio buttare tutto in politica, no?

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